"Yahya Sinwar è un morto che cammina", dice il portavoce militare israeliano contrammiraglio Daniel Hagari. Il problema è che si muove veloce. Israele ha identificato la sua ’nuova casa’ (ne sarebbero note allo Shin Bet, il servizio interno, almeno una dozzina) nella strada numero 22, una traversa tra la Salah ad Din (l’arteria che corre da nord a sud nella Striscia) e la Gamal Abdel Nasser, una delle strade principali del centro di Khan Younis.
Li è stato segnalato (non si sa se se sulla base di intercettazioni elettroniche o una soffiata dei numerosi infiltrati) e lì martedì è stata inviata, pesantemente scortata da unità corazzate dell’esercito, un’unità speciale chiamata in codice ’Nili’, formata da unità dello Shin Bet, del Mossad da commandos dell’esercito, i Sayeret Matkal. ’Nili’ è l’acronimo della frase ebraica ’Netzah Israel Lo Ieshaker’, presa dal Libro della Genesi che significa grossomodo ’L’eternità (la Gloria) di Israele non è in dubbio’. Il team di ’Nili’ ha circondato il compound, mentre le altre unità dell’esercito hanno ’cinturato’ l’area.
Ovviamente la probabilità che Sinwar sia effettivamente in quella abitazione, secondo le stesse autorità militari israeliane, è bassa, ma comunque l’operazione serve a creare l’impressione che il cappio si stia stringendo. Nella Striscia la notizia dell’accerchiamento della casa del capo politico di Hamas è corsa già martedì e ieri mattina è uscita prima su El Arabiya e Al Jazeera, e poi, "non smentita" informalmente da IDF, sui giornali israeliani.
Ieri pomeriggio è stata confermata dallo stesso premier Netanyahu: "Ieri ho detto che le nostre forze possono arrivare ovunque nella Striscia di Gaza. Oggi stanno circondando la casa di Sinwar. La sua casa potrebbe non essere la sua fortezza e lui potrebbe scappare, ma è solo questione di tempo prima che lo prendiamo", ha detto in un video postato su X. "Sinwar non è in superficie, è sottoterra, non voglio dire dove e come, non dirò altro perché questo non è il luogo per parlare di cose del genere: il nostro compito è arrivare a Sinwar e ucciderlo e farlo il più rapidamente possibile. Punto", ha commentato ieri sera con i giornalisti il portavoce dell’IDF, Daniel Hagari.
Quello che si può supporre è che sia stato segnalato nella casa circondata, ma si sia poi allontanato usando uno dei tunnel che costellano la Striscia. Possibile. Israele intanto sta avanzando nel sud della Striscia su tre direttrici per circondare Khan Younis. L’operazione sarà comunque complessa e durerà parecchie settimane e sta creando conseguenze disastrose per la popolazione civile.
A favore di una tregua è intervenuto ancora ieri il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, dopo aver sentito l’emiro del Qatar. "Il sistema sanitario nella Striscia di Gaza – ha scritto Guterres in una lettera lettera indirizzata al Consiglio di sicurezza, invocando per la prima volta nel suo mandato l’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite – è al collasso. Gli ospedali si sono trasformati in campi di battaglia. In queste circostanze nei prossimi giorni e settimane sempre più persone moriranno senza aver ricevuto cure. mi aspetto che presto l’ordine pubblico crollerà completamente. La situazione si sta rapidamente deteriorando e rischia di diventare "una catastrofe con implicazioni potenzialmente irreversibili per i palestinesi nel loro insieme e per la pace e la sicurezza nella regione. Un risultato di questo tipo deve essere evitato a tutti i costi. Ribadisco il mio appello affinché venga dichiarato un cessate il fuoco umanitario. È urgente".
Ma non tira aria di tregua, e Israele usa parole dure anche contro Hezbollah. "Israele ripristinerà la sicurezza nel nord del Paese – ha detto il ministro della Difesa, Yoav Gallant – attraverso un accordo politico internazionale per portare Hezbollah oltre il fiume Litani, sulla base della risoluzione ONU 1701. Qualora non si riuscisse ad arrivare a un accordo, Israele agirà con tutti i mezzi a sua disposizione per respingere il gruppo libanese con azioni militari". Aprendo una vera e propria guerra con Hezbollah.