Martedì 23 Aprile 2024

Regno Unito, nato il primo bambino con il Dna di tre persone. La tecnica contro le malattie incurabili

Usato il corredo genetico di un donatore: non si tratta di un ‘terzo genitore’, ma di un aiuto per evitare la trasmissione di patologie fatali

Neonati nelle culle (Foto: Imagoeconomica)

Neonati nelle culle (Foto: Imagoeconomica)

Londra, 10 maggio 2023 – La magia della scienza non smette di stupire. Il primo essere umano con il Dna di tre persone. Accade in Inghilterra, dove un bambino è nato con un corredo genetico proveniente dai due genitori e da una terza donna donatrice. Che ha contribuito per lo 0,1%, un apporto apparentemente irrilevante ma che può rivelarsi vitale.

Una possibile soluzione

La tecnica scientifica utilizzata è infatti un tentativo di prevenire la nascita di bambini con malattie mitocondriali incurabili, che possono essere fatali entro pochi giorni o addirittura ore dalla nascita.

Il donatore esterno contribuisce alla creazione di mitocondri efficaci, fondamentali per avere un figlio sano, e non influisce su altri tratti, come l’aspetto estetico del neonato. 

Non si tratta dunque di un ‘terzo genitore’, ma di una soluzione che permette al bambino di nascere in salute. Un’opportunità, a volte l’unica, per molte famiglie che hanno già perso dei figli.

Rischi e applicazione

Dopo la sperimentazione avvenuta a Newcastle, alcune leggi del 2015 ne avevano permesso l’applicazione nel Regno Unito. Ma da quel momento non erano stati compiuti passi avanti. 

Al 20 aprile 2023 sono “meno di cinque” i nati con un Dna in più, come dichiara l’Autorità per la fertilizzazione umana e l’embriologia (HFEA). Evitando di rivelare dettagli che potrebbero svelare l’identità delle famiglie coinvolte.

“Sarà interessante sapere quanto la tecnica della terapia di sostituzione mitocondriale abbia funzionato a livello pratico, se i bambini sono privi di malattie mitocondriali e se c’è il rischio che sviluppino problemi più avanti nella vita”, ha detto Robin Lovell-Badge, del Francis Crick Research Institute. 

Il rischio è che si verifichi una ‘reversione’, in cui i mitocondri difettosi trasportati potrebbero aumentare di numero e causare una malattia. Niente certezze – per il momento – ma grandi speranze.