Kiev avrà le armi che le sono essenziali per continuare a difendersi dall’aggressione voluta da Vladimir Putin. Dopo mesi si braccio di ferro tra i repubblicani e i democratici, la camera bassa del Congresso degli Stati Uniti ha votato ieri con 311 voti a favore e 112 contro. I repubblicani, che sono 218, si sono spaccati, 112 contro e 106 a favore, ma la divisione ha permesso alla legge che stanzia 60.8 miliardi di dollari a favore dell’Ucraina di passare. Da notare che dei 60.8 miliardi ben 23 resteranno in Usa per riapprovvigionare gli arsenali Usa mentre 7,8 miliardi di aiuto finanziario diretto al bilancio ucraino saranno sotto forma di un prestito (concessione fatta ai repubblicani) che potrà essere cancellato dal presidente dopo le elezioni del 5 novembre.
Ma non c’è solo l’Ucraina. Il provvedimento legislativo era composto di 4 pacchetti, tra i quali quello che stanzia 26,4 miliardi di dollari tra aiuti militari ad Israele (quasi 15 miliardi) e aiuti umanitari alle crisi in corso, Gaza compresa (9 miliardi) e aiuti per la presenza militare americana in Medio oriente. Da notare che 37 democratici su 218 (un numero leggermente inferire al temuto) hanno votato contro agli aiuti ad Israele. Approvato anche il terzo pacchetto, che riguarda aiuti militari per l’Indo-pacifico, 8.1 miliardi sostanzialmente per Taiwan, e un quarto pacchetto che recepiva norme care ai repubblicani tra la quali il bando negli Stati Uniti al social Tik Tok se continuerà ad essere di proprietà cinese e all’uso degli asset russi congelati.
I provvedimenti saranno ora riuniti in un solo pacchetto ed inviati al Senato, che dovrà approvarli di nuovo perché il provvedimento a suo tempo varato dalla camera alta era parzialmente differente. Ma il Senato è a maggioranza democratica e non ci saranno problemi: l’approvazione definitiva è attesa per martedì. Joe Biden ha ringraziato lo speaker della Camera Mike Johnson e la coalizione bipartisan di deputati alla Camera che "hanno votato per mettere la nostra sicurezza nazionale al primo posto approvando una legislazione urgentemente necessaria per la quale ho combattuto per mesi e hanno inviato un chiaro messaggio sulla forza della leadership americana sulla scena mondiale". Biden ha sollecitato il Senato ad "approvare rapidamente il pacchetto" e a mandarlo sulla sua scrivania per la firma "in modo da poter inviare subito armi ed equipaggiamento" a Kiev.
Piena soddisfazione, ovviamente, del presidente ucraino Zelensky che gioisce "per la decisione che mantiene la storia sulla strada giusta. La democrazia e la libertà avranno sempre un significato globale e non verranno mai meno finché l’America contribuirà a proteggerle". Soddisfatti anche il segretario generale della Nato e la presidente della commissione UE Von der Leyen oltre che il premier israeliano Netanyahu che ha salutato "un provvedimento che dimostra un forte sostegno bipartisan a Israele e difende la civiltà occidentale".
Furiosa invece la Russia secondo la quale "lo stanziamento di aiuti militari statunitensi all’Ucraina, a Israele e a Taiwan aggraverà le crisi globali". "La decisione di fornire aiuti all’Ucraina – ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov – arricchirà ulteriormente gli Stati Uniti e rovinerà ancora di più l’Ucraina, uccidendo ancora più ucraini".
Decisivo nel rompere l’impasse la posizione dello speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson. "Ho preso la decisione di votare gli aiuti a Kiev – ha detto ai giornalisti al Campidoglio – perché preferisco inviare proiettili in Ucraina rispetto ai ragazzi americani. Credo che fornire aiuti letali all’Ucraina in questo momento sia di fondamentale importanza".