Lunedì 29 Aprile 2024

Malagò: "La politica non interferisca. Meloni premier? Mi fido"

Il capo del Coni: qualcuno si è servito di noi, ma con Draghi rapporti eccellenti: "La crisi ha messo in ginocchio il settore. Serve un ministero con portafoglio"

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, 63 anni

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, 63 anni

Roma, 11 settembre 2022 - Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è molto preoccupato, in vista delle elezioni. Non perché stia assistendo a una campagna elettorale "non più brutta né cattiva di altre che ho visto", forse perché, spiega, "con il passare del tempo si diventa saggi e molto meno tranchant". Né di una possibile vittoria di Giorgia Meloni e della sua destra. Malagò è "molto preoccupato" per i rincari dei prezzi, che stanno colpendo, mortalmente, anche lo sport e perché teme una politica che "invece di occuparsi dei 46 milioni di italiani che non fanno sport, e cercare di invogliarli a farlo, vuole metter le mani sui 14 milioni di tesserati, individuali e a squadre, che sport lo fanno e che noi, al Coni e al Cio, sappiamo quali e quanti problemi hanno e, ogni giorno, affrontano". Lo abbiamo intervistato nel suo bell’ufficio, al Foro Italico, sede del Coni.

Presidente, cosa chiede lo sport alla politica?

"Chiediamo e pretendiamo rispetto. Vogliamo che la politica si occupi di sport e non ‘occupi’ lo sport, come di recente è avvenuto. È inelegante fare riferimenti personali e diretti (ma ce l’ha, chiaramente, con la sottosegretaria allo sport del governo Draghi, l’ex schermitrice Valentina Vezzali, ndr) e conservo personali rapporti eccellenti, con il presidente Draghi, ma il mondo dello sport è rimasto molto stupito da chi, pur avendolo a lungo rappresentato, sembra che, invece, e da sempre, faccia parte della politica".

Facciamo un cahier de doleances? Un elenco, insomma, delle cose che non funzionano?

"Come in tutti i settori economici in crisi, oggi lo sport è ‘in guerra’. Da settimane mi interfaccio con le nostre Asd (Associazioni sportive dilettantistiche) e le nostre Ssd (Società sportive dilettantistiche) che stanno vivendo la tragedia dell’aumento dei costi dell’energia. Le nostre società devono mantenere aperti i palazzetti, il consumo di ghiaccio, le piscine, e non ce la fanno. I costi schizzati alle stelle le costringeranno a far pesare sugli iscritti i rincari. Molte delle loro attività sono a rischio chiusura. Il governo ha fatto molto, ma non è abbastanza. Quanto stanziato a giugno non basta più oggi. Senza dire la politica non ha mai realizzato un modello integrato (e non sostitutivo) che vige altrove: far partire l’attività sportiva dalla scuola".

Si spieghi meglio, Presidente…

"L’Italia, oggi, e soprattutto da due anni, è un gigante nello sport ‘giocato’ e un nano nell’educazione sportiva. Corriamo una maratona con le braccia legate dietro la schiena. Negli altri paesi le società e le associazioni dilettantistiche sono la base, nella società e nella scuola. Qui no".

Vorrà mica dire, come il pallavolista Mastrangelo, candidato Lega, che lo sport deve avere più soldi a scapito della sanità?

"Mastrangelo lo sport lo conosce bene e la sua idea è stata criticata in negativo in modo unanime. Lo sport necessita di risorse aggiuntive, ma non certo a scapito della sanità. Vede, lo sport, per ordinamento internazionale, è regolato dal Cio, e risponde alle sue Carte istitutive e a Comitati olimpici internazionali autonomi. La politica deve mettersi in testa che resterà tale. In più, le dico che tutte le volte che diversi partiti hanno cercato di ‘occupare’ lo sport o ridurne l’autonomia sono stati sempre puniti nelle urne. Il nostro mondo, sia di tesserati che di affiliati, singoli e società, risponde a tre brand: Cio, tricolore, scritta Italia. Chi non rispetta lo sport e la sua autonomia compie un errore drammatico".

Se la destra vince e la Meloni diventa premier, teme che possa succedere?

"No. Non sono affatto preoccupato, ove ci fosse questo tipo di risultato elettorale. Mi preoccupo solo se la persona che avrà la delega allo sport – che avrebbe bisogno di un vero ministero, dotato di ‘portafoglio’ – ascolterà la politica e non lo sport. Siamo il paese che ospiterà le Olimpiadi. Della Meloni ho piena fiducia. È sempre stata all’opposizione, ma in tutti questi anni ha avuto sempre un rapporto positivo e rispettoso verso lo sport. È abituata a mantenere la parola data. Ma dico a tutti: chi non rispetta l’autonomia dello sport compie un clamoroso errore, un autogol".

Sono in arrivo le Olimpiadi invernali Milano-Cortina. C’è chi parla di lavori infiniti e mal messi…

"Le do una notizia. Il 26 settembre sceglieremo in modo unanime su una candidatura di ad che trova d’accordo tutti gli stakeholders impegnati nella gara (due regioni, due città, Coni, Cio, etc., ndr). I tempi saranno tutti rispettati per quanto riguarda la struttura di cui sono presidente, non ho dubbi. Invece, le opere infrastrutturali che devono essere fatte dipendono da un’agenzia pubblica che è in capo al ministero delle Infrastrutture ed enti locali. Spetta a loro intervenire, vedremo come".