Saranno le decisioni della Fed a influire maggiormente sui prezzi delle materie prime piuttosto che l'andamento del Pil Usa. E' quanto sostengono gli analisti di Goldman Sachs in uno studio in cui viene indicato che "di recente le materie prime hanno avuto oscillazioni legate agli attesi tagli della Fed". Secondo gli analisti sarà quindi una possibile riduzione dei tassi d'interesse statunitensi indotta da un "atteggiamento più accomodante della Fed" a determinare le quotazioni delle differenti materie prime. In questo momento - spiegano gli analisti - "prevale una crescita della domanda e l'impatto positivo dei tassi d'interersse più bassi sia sulla domanda che sull'offerta rende teoricamente difficile prevedere l'andamento dei prezzi dei materiali". "In pratica - proseguono - sta prevalendo sui prezzi l'effetto dell'aumento della domanda, che riguarda in particolare il rame e l'oro". Seguono i prodotti petroliferi e il greggio, mentre è escluso un effetto sui prezzi del gas e dei prodotti agricoli, che dipendono anche dall'andamento climatico. Sul greggio, l'effetto di un calo di 100 punti base sui rendimenti dei titoli di stato Usa a due anni può triplicare, salendo dal 3% legato normalmente a una decisione della Fed al 9% nel giro di 1 o 2 anni.
Mercoledì 9 Ottobre 2024
Ultima oraGoldman, 'i tassi Fed muovono le materie prime più del Pil Usa'