Conto alla rovescia per il concordato preventivo biennale: la misura riguarda circa 4,5 milioni di autonomi (partite Iva e forfettari) e consentirà ai contribuenti di accordarsi preventivamente con il fisco per i successivi due anni mettendoli al riparo da eventuali controlli. Controlli che, dopo una settimana di polemiche, non potranno comunque essere fatti con il redditometro fermato dalla stessa premier, Giorgia Meloni, a poche ore dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale. Tra i requisiti richiesti per il concordato l'assenza di debiti tributari e contributivi fino a 5.000 euro. Una scommessa quella del governo il cui successo dipenderà da quanti aderiranno alla nuova misura per la quale sono state decisamente allargate le maglie dell'affidabilità fiscale abbassando il 'voto' per chi decidesse di aderire. Prosegue intanto la discussione sul redditometro. Il viceministro all'Economia Maurizio Leo sottolinea: "il termine redditometro è assolutamente sbagliato, non esiste più il redditometro". "E' tutto finito nel 2015". Critico il leader della Cgil, Maurizio Landini: lo stop al redditometro "è una marchetta elettorale che il governo ha fatto per continuare a dire a quelli che le tasse non le pagano, che possono continuare a non pagarle". Il modello per aderire al concordato intanto è già pronto, manca ora il software per il calcolo per mettere nero su bianco la proposta che dovrà essere accettata entro il 15 ottobre prossimo. Questo per il primo anno e relativamente ai redditi 2024-2025. A regime l'adesione sarà possibile entro il 30 giugno. Il governo punta molto su questa misura tanto che ne lega il successo alla possibilità di realizzare la 'madre delle riforme': quella dell'Irpef con l'ulteriore taglio delle aliquote.
Giovedì 7 Novembre 2024
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