Le difficoltà di transito nel canale di Suez rendono "incerte" per prospettive per l'export italiano del 2024. "L'impatto economico del crollo del trasporto marittimo attraverso il Canale di Suez è fortemente condizionato alla sua persistenza: più è prolungato, maggiori saranno gli effetti negativi sul commercio estero italiano e globale", evidenzia ilc entro studi di Confindustria con un approfondimento sullo scenario per le esportazioni. "A metà gennaio, il traffico di navi nel mar Rosso si è più che dimezzato e il costo di trasporto dei container dall'Asia all'Europa è aumentato del 92%". Le rotte marine sono "cruciali", avvertono gli economisti di via dell'Astronomia: "Il 90% del volume degli scambi globali avviene via mare" e prima della crisi "il 12% transitava per il Canale di Suez". Per l'Italia "il 54% degli scambi è via nave, di cui il 40% tramite Suez; soprattutto, via mare transita più del 90% dei flussi italiani con i principali paesi a est del Mar Rosso (in Asia e parte del Medio Oriente). Potenzialmente esposti sono: gli scambi di petrolio e gas (da Kuwait, Qatar, EAU, Iraq; parte del petrolio dell'Arabia Saudita è invece imbarcato a nord dello Yemen), quelli di beni elettronici e apparecchi elettrici (oltre la metà dell'import extra-UE viene dalla Cina), quelli di prodotti in pelle (quasi un terzo viene dalla Cina), quelli di macchinari (soprattutto in uscita verso i principali paesi asiatici)".
Martedì 12 Novembre 2024
Ultima oraConfindustria: 'Rischio Suez' sull'export italiano del 2024