Mercoledì 24 Aprile 2024

>>>ANSA/ Per l'acciaio di Taranto crollo dell'export in 15 anni

Bruciati oltre 1,2 miliardi di euro di ricavi dal 2008 al 2023

Il polo dell'acciaio di Taranto ha ridotto dell'81% le esportazioni, bruciando oltre 1,2 miliardi di euro di ricavi in 15 anni. E' uno degli aspetti della crisi di Acciaierie d'Italia, l'ex-Ilva, la cui produzione risulta essere oggi al lumicino, con solo l'altoforno 4 attivo e 3 milioni di tonnellate prodotti nel 2023 contro i 4 previsti. Nel 2008 dall'Ilva Taranto partivano per l'estero prodotti siderurgici per oltre 1,5 miliardi di valore, che sono diventati 280 milioni a fine 2003. A livello nazionale, secondo un'analisi dal centro studi di Siderweb, le esportazioni di acciaio sono scese del 16,9% a 23,2 miliardi di euro nel 2023, contro i 28 miliardi dell'anno prima. In termini di volumi si è mantenuta una "sostanziale stabilità", con spedizioni per 16,2 milioni di tonnellate, dopo il calo tendenziale del 6% registrato nel 2022. Una dinamica "dovuta in toto", spiega Gianfranco Tosini di Siderweb, alla diminuzione dei prezzi, che segue 2 anni consecutivi di crescita dopo il crollo del 2020. In quell'anno il valore delle esportazioni era sceso del 20%, per poi salire del 51,7% nel 2021 e del 23,8% nel 2022. Il calo del 2023 è stato "leggermente più marcato se si guarda solo ai primi 20 poli siderurgici italiani", secondo Tosini, dove le vendite all'estero sono diminuite del 17,6 a 19,4 miliardi. Al primo posto tra gli esportatori italiani di acciaio si conferma la provincia di Brescia (-26,1%), seguita da quelle di Udine (-16,8%) e di Mantova (-20,4%). Variazioni negative più alte si sono registrate nei poli di Terni (-39,2%), Genova (-35,3%) e Aosta (-29,3%). L'unico a crescere è stato quello di Bergamo (+16,2%), grazie ai tubi senza saldatura. "Questi dati - indica Tosini - confermano il consolidamento della geografia dei poli produttivi dell'acciaio italiani che si è venuta a creare dopo la grande crisi del 2008". "Il processo - prosegue - traspare, oltre che dall'andamento della produzione, anche da quello delle esportazioni, che hanno registrato una riduzione molto più marcata nelle province dove sono o, meglio, erano presenti le aziende siderurgiche di maggiori dimensioni". Oltre al caso di Taranto ci sono quelli della provincia di Torino, "dove era attivo lo stabilimento Thyssenkrupp, ora chiuso", le cui esportazioni sono diminuite del 39,1% tra il 2008 e il 2023. La provincia di Livorno invece, dove opera Jsw Steel Italy, ha perso il 60,6% di valore in 15 anni ed è uscita dalla classifica dei primi 20 poli italiani.

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