Il decreto Aree Idonee per le rinnovabili, approvato stamani dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni-Comuni, "è largamente inadeguato a raggiungere gli obiettivi che si pone (80 Gw di nuove rinnovabili)" e "risulta essere un ostacolo" per "definire canali preferenziali e spediti per i processi autorizzativi richiesti dall'Europa". Lo scrive in una nota l'Anev, l'associazione delle imprese dell'eolico. Il Decreto, prosegue Anev, "già di per sé critico ai fini del raggiungimento degli obiettivi settoriali, definisce 'non idonee' le superfici e le aree ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela. Questa ulteriore condizione renderà ancora più difficile, se non impossibile, raggiungere i target richiamati nelle premesse del provvedimento, e di fatto annulla gli esiti di un obiettivo europeo di individuare delle aree dove il processo autorizzatorio possa essere veloce". "Resta la possibilità per le Regioni di estendere la fascia di tutela dal perimetro dei beni fino a un massimo di ulteriori 7 km (!!) - scrive ancora l'Anev -. Questo semplicemente rende pressoché vano lo stesso provvedimento". "L'auspicio, seppur quasi impossibile nei fatti, è che i Ministeri competenti (Mase, Mic e Masaf) possano correggere il testo prima di emanarlo, aggiustando qualche stortura - conclude Anev -. Ad esempio, chiarire come le Regioni dovranno gestire il transitorio, anche se può essere vista come garanzia il fatto che venga ribadito che l'obiettivo indicato deve essere raggiunto, che annualmente verranno verificate le traiettorie delle singole Regioni e che, in caso di mancato allineamento dei risultati alle previsioni, si procederà con potere sostitutivo".
Giovedì 7 Novembre 2024
Ultima oraAnev, il decreto sulle rinnovabili è largamente inadeguato