Domenica 1 Settembre 2024
ELENA COMELLI
Economia

Rete Tim, accordo con Kkr: il Tesoro socio fino al 20%

Il memorandum prevede un’offerta vincolante con l’ingresso del Mef nella Netco

Tim

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Roma, 10 agosto 2023 – Dopo tanti rumors su Tim sono arrivate le firme. Siglato il memorandum of understanding tra Kkr e il ministero dell’Economia e delle Finanze. L’accordo prevede la formulazione di un’offerta vincolante che stabilisce, tra l’altro, l’ingresso del Mef nella Netco con una quota fino al 20%. "I termini dell’offerta dal punto di vista dei rapporti tra le parti – ha spiegato il Mef – prevedono un ruolo decisivo del governo nella definizione delle scelte strategiche. I prossimi passaggi saranno relativi all’adozione di un Dpcm per completare l’iter procedurale". Una prima tappa sarà il 28 agosto, quando è in programma il prossimo consiglio dei ministri. Per lo stesso giorno si attendono anche le risposte delle banche a partecipare al finanziamento dell’operazione di Kkr. L’offerta vincolante dovrà poi essere presentata entro il 30 settembre.

Il coinvolgimento del governo, essendo la rete un asset strategico, rende più agevole l’esercizio dei poteri speciali della Golden Power a tutela degli assetti proprietari delle società operanti in settori reputati strategici e di interesse nazionale. Dopo l’intesa tra Kkr e Mef, l’operazione sarà meglio delineata successivamente alla presentazione da parte di Kkr della sua offerta vincolante e dopo il Dpcm.

Secondo rumors di mercato anche il fondo infrastrutturale F2i potrebbe essere della partita con una quota di minoranza, arrivando così a un 30% circa in mani italiane e rafforzando tale fronte ora che la Cdp è fuori. Tuttavia un possibile coinvolgimento della Cassa resta sullo sfondo e non è da escludere, visto che Cdp è azionista di Tim con il 5% e di Open Fiber (la società della fibra all’ingrosso che di fatto opera in concorrenza con Tim) con il 60%. L’ad Dario Scannapieco non ha escluso nei giorni scorsi che ci possano essere forme di cooperazione evidenziando "lo spreco" derivante dall’impiego di risorse per due reti, quella di Tim e quella di Open Fiber, che in alcune aree più onerose per gli investimenti andrebbero a sovrapporsi.

Intanto Vivendi, primo azionista di Tim, si è trincerato nel silenzio assoluto: silenzio-assenso o quiete prima della tempesta? I francesi nei mesi scorsi hanno bloccato qualsiasi tentativo di vendere la rete, considerando inadeguate le offerte pervenute al tavolo del cda di Tim. La partita economica si aggirerebbe attorno ai 10 miliardi, considerando un enterprise value fra 21 e 23 miliardi, perché il debito sarà trasferito da Tim con il conferimento dell’asset. L’ad Pietro Labriola ha ribadito anche nell’ultima conference call del 3 agosto che l’azienda non sta lavorando a un’operazione di "vendita e lease-back", dal momento che l’obiettivo è quello di procedere a una "disintegrazione verticale" del gruppo in modo da recuperare flessibilità per le attività della ServiceCo che resteranno in Tim dopo il distacco della rete.

Il chiacchierato ingresso del Mef nella partita per lo scorporo di Netco è stato oggetto di sempre più numerose indiscrezioni di stampa negli ultimi giorni, spingendo in alto il titolo di Tim a Piazza Affari, dove ha chiuso anche ieri in rialzo del 2,75%, a 0,2764 euro. Nelle prime ore di scambi aveva messo a segno un aumento di oltre il 5%, salvo poi ridurre il guadagno. Resta da monitorare quale sarà la reazione dei mercati finanziari alla firma del memorandum nella seduta di oggi.