Sabato 27 Aprile 2024

La fine del Superbonus. Il governo è già al lavoro per salvare le aree del sisma. "Ma i margini sono stretti"

L’appello degli amministratori locali nelle zone colpite dai terremoti: "Così fermate la rinascita". Muro bipartisan sull’eliminazione dello sconto in fattura e della cessione del credito

Roma, 28 marzo 2024 – Il nuovo decreto legge per bloccare definitivamente il Superbonus, con l’eliminazione dello sconto in fattura e della cessione del credito, approvato a sorpresa l’altra sera in Consiglio dei ministri, è andato di traverso sia a Forza Italia sia agli amministratori regionali (a cominciare da quelli del Lazio) e locali (anche del centrodestra) delle aree terremotate o colpite da alluvioni. E, dunque, prima ancora che il provvedimento venga pubblicato in Gazzetta Ufficiale e diventi operativo, il governo sta cercando di correre ai ripari. Tant’è che fonti dell’esecutivo fanno sapere che la stretta finale all’agevolazione potrebbe essere rivista in parte. Si stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli – si spiega – della versione ultima del decreto, esaminando le richieste arrivate fino ad ora, in particolare sulle zone colpite dal sisma e sui redditi bassi, con la consapevolezza di margini strettissimi.

Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti
Il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti

A sollevare perplessità e riserve sul provvedimento varato l’altra sera sono state non solo le opposizioni, come era prevedibile, ma anche i sindaci delle aree terremotate del Centro Italia.

Sono scesi in campo anche i vertici della regione Lazio. "Dopo un confronto con il commissario straordinario del Governo, Guido Castelli, chiediamo un passo indietro al Consiglio dei ministri – spiegano il presidente Francesco Rocca e l’assessore alle Politiche di Ricostruzione Manuela Rinaldi –. Pochi giorni fa abbiamo celebrato l’avvio del Super cantiere di Amatrice. La cessazione del contributo arriva inaspettata e nella fase di ripartenza volta a restituire vita alle zone distrutte dal sisma". Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, entrambi esponenti di FdI, hanno lanciato un appello chiedendo di "mantenere gli incentivi previsti per i bonus edilizi nelle aree colpite dai terremoti 2009 e 2016-17 per non compromettere i processi di rinascita in atto". Ma nella stessa maggioranza e nello stesso governo non mancano i malumori. Matteo Salvini rinvia non a caso ogni commento al ministro competente (che, per inciso, ha autoironicamente detto che "starò col superbonus è la mia maledizione"). I parlamentari di Forza Italia fanno sapere polemicamente che interverranno con emendamenti per migliorare il decreto. Lo stesso leader Antonio Tajani tenta di smorzare: per il superbonus "era necessario intervenire perché c’era un rischio serio per le casse dello Stato".

Ma il testo approvato dal Consiglio dei ministri "può essere migliorato in Parlamento. Io ho un paio di idee, ma bisogna sempre stare attenti ai conti pubblici". Certo è che il nodo principale riguarda lo stop allo sconto in fattura e alle cessioni del credito per le onlus, le case popolari e, soprattutto, per le zone terremotate o colpite da emergenze meteorologiche come le alluvioni. Le norme, però, non saranno retroattive, salvaguardando chi, in vario modo, ha già avviato l’iter per i lavori. Di fatto però cancellano i meccanismi di facilitazione che altrimenti sarebbero rimasti in vigore fino al 31 dicembre 2025.

L’articolo 1 della bozza del decreto – ancora non bollinato e quindi passibile fino all’ultimo di modifiche – prevede la stretta per il terzo settore, per le cooperative di abitazioni e per gli Iacp (lasciando invece inalterate le norme a favore degli spogliatoi delle società sportive dilettantistiche). Ci saranno però delle eccezioni, piuttosto articolate e complesse, per chi si è in qualche modo già mosso prima dell’entrata in vigore del decreto. In casi diversi dai condomini, sconto e cessione saranno infatti ancora sfruttabili per i lavori per i quali sia già stata presentata la Cila. Per gli interventi condominiali, le vecchie regole varranno invece nel caso sia stata adottata la delibera assembleare sui lavori e sia stata presentata la Cila. Le deroghe scattano anche nel caso sia stato richiesto un titolo abilitativo per demolizione e ricostruzione rientranti nel superbonus. Per i lavori diversi da quelli agevolati con il maxisconto, cessione e sconto restano in vigore se risulta presentata la richiesta di titolo abitativo. Nel caso il titolo non sia necessario, saranno comunque salvi i lavori già iniziati o quelli non ancora cominciati ma nei quali sia stato già stipulato "un accordo vincolante tra le parti per la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori e sia stato versato un acconto sul prezzo". Due deroghe queste ultime che valgono anche per le barriere architettoniche. Ma in Parlamento la mobilitazione di deputati senatori potrebbe allargare di nuovo le maglie.

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