
Jean-Philippe Imparato, responsabile Europa allargata di Stellantis
L’ossessione è quella di "mantenere l’attività in Italia". Il direttore operativo per l’Europa di Stellantis, Jean-Philippe Imparato, ha incontrato ieri i sindacati dei metalmeccanici. E il confronto prelude al tavolo automotive di martedì 17 dicembre a Roma con il ministro delle Imprese Adolfo Urso e i governatori di Regione dopo l’addio dell’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares.
Per Mirafiori, ha detto Imparato, "abbiamo un piano per il futuro dello stabilimento che ci permette di guardare al 2032-2033" visto che "la nuova generazione di 500 sarà fatta a Mirafiori e se portiamo nuove vetture, non può andare verso l’estinzione". Intanto, però, nei primi nove mesi di quest’anno a Mirafiori sono stati costruiti solo 22.240 veicoli (-68,4%) e Melfi oggi si fermerà ancora mentre ad Atessa arriverà nuova cassa integrazione, dal 7 al 19 gennaio 2025, per 1.500 dipendenti.
Al di là dei numeri, Imparato ha spostato l’attenzione sull’intero settore: "Non è Stellantis che è in crisi; è l’intero settore ad esserlo". E in una intervista rilasciata alla Rai Imparato ha affermato che Mirafiori tornerà a produrre 100mila vetture l’anno, con la nuova 500e e la 500 ibrida (che è la rivisitazione in chiave termica della 500 elettrica). E su Maserati Imparato promette che "avrà un piano a sé, più strutturato che ci sarà più avanti". Nulla è stato detto sulla Gigafactory di Termoli.
Scettici, dopo l’incontro, i sindacati: "Per un cambio di passo servono atti concreti". Ad affermarlo, il segretario generale Fim Cisl Ferdinando Uliano, al termine dell’incontro: "Il cambio di passo di Stellantis deve determinarsi con novità concrete su investimenti e nuove produzioni" e il Piano "è insufficiente per contrastare il crollo dei volumi produttivi". La Fiom – attraverso Michele De Palma, segretario generale, e Samuele Lodi, segretario nazionale responsabile del settore mobilità -ha chiesto "l’apertura di un reale confronto diretto, serrato e programmato. Le enunciazioni devono trasformarsi in fatti concreti e al governo chiediamo il ripristino e l’ampliamento del fondo automotive".
Infine da Bruxelles qualche spiraglio sulle nuove politiche per le auto. "Nei prossimi mesi – annuncia Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo della Commissione europea ieri a Milano – introdurremo meccanismi e politiche per dare uno shock alla domanda e promuovere l’acquisto di auto nuove in Europa". E ancora: "Le aziende italiane creano catene di valore. Dobbiamo accompagnarle nella loro transizione verde, proteggendo competitività. Saremo pragmatici". Parole apprezzate dal ministro Adolfo Urso, che l’ha incontrato: "C’è un’aria nuova nella Commissione Europea".