Lunedì 20 Maggio 2024
FABIO LOMBARDI
Economia

Tempi supplementari per la rottamazione quater. Nuove scadenze. Come non perdere i benefici

La proroga dei termini per il pagamento delle rate è contenuta in un emendamento del decreto Milleproroghe

Roma, 15 febbraio 2024 – “Perché pagare oggi quello che puoi pagare domani?”. Un detto che in Italia, ma non solo, trova sempre molti seguaci. Soprattutto quando si tratta di pagare tasse o multe. E non solo.

Nuova proroga per le rate della rottamazione quater
Nuova proroga per le rate della rottamazione quater

Rottamazione quater: nuova proroga

Anche quando ci sono delle sanatorie (che già di per sè rappresentano “un aiutino” non da poco per i “ritardatari”) c’è sempre margine per una proroga (giusta o sbagliata che sia). Ed è quello che avviene (per la seconda volta) per le scadenze della Rottamazione quater.

Rottamazione quater: seconda proroga

Una sorta di “secondo tempo supplementare” per chi non ha pagato nei termini le prime due rate del 2023 (allungando automanticamente anche i tempi per la prima rata del 2024) senza perdere i benefici (la puntualità nel pagamento delle rate è – o meglio era – presupposto per non perdere i “vantaggi” dell’adesione alla rottamazione delle cartelle).

Il Milleproroghe

Merito del decreto Milleproroghe che ha ottenuto il via libera della Commissione Bilancio e da quella Affari costituzionali della Camera, e che oggi, 15 febbraio, approda in Aula dove è praticamente sicuro che verrà approvato visto che il Governo intende porre la fiducia sul provvedimento. Fiducia che serve ad evitare stravolgimenti del testo e, soprattutto, convincere chi, anche nella maggioranza, non è perfettamente d’accordo a votarlo così com’è nella sua interezza (con la fiducia la bocciatura farebbe cadere automaticamente il Governo).

Cosa prevede la Rottamazione quater

La rottamazione, detto in parole semplici, ha permesso a chi ha aderito entro giugno 2023 e aveva debiti col fisco (anche le multe) di pagarle (anche a rate) senza l’applicazione di more e interessi (la rottamazione valeva per le cartelle dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022, pieno periodo Covid).

La proroga di marzo

Così si riapriranno nuovamente i termini della rottamazione quater, con la possibilità di pagare entro il 15 marzo 2024 le prime due rate scadute. È stato infatti approvato dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera l'emendamento al decreto Milleproroghe, presentato dai relatori, che prevede il differimento del termine di pagamento delle rate da corrispondere nel 2023 e di quella in scadenza il 28 febbraio. La modifica stabilisce che il contribuente non decade dalla definizione agevolata se “effettua l'integrale pagamento di tali rate entro il 15 marzo 2024”. 

Nuove scadenze delle rate

La sanatoria prevedeva un versamento unico (privo di interessi) oppure in un numero massimo di 18 rate (spalmate su 5 anni): Le prime due avevano scadenza il 31 ottobre e il 18 dicembre 2023. Le restanti rate, ripartite nei successivi 4 anni, andranno saldate, a questo punto il 15 marzo (non più il 28 febbraio), il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024. La prima e la seconda rata erano pari al 10% della somme complessivamente dovute.

Altri 5 giorni di tolleranza

Alla nuova scadenza, si precisa nell’emendamento al Milleproroghe, si applica anche il termine di tolleranza di 5 giorni previsto dalla norma. Il che vuol dire che (essendo il 17 una domenica) ci sarà tempo fino al 21 marzo per mettersi in regola col pagamento delle rate.

Finora incassati 6,8 miliardi

Gli incassi della rottamazione quater nel 2023 ammontano a 6,8 miliardi di euro, di cui 6,5 miliardi riferiti al pagamento delle rate in scadenza nello stesso anno (prima o unica rata e seconda) e 0,3 miliardi riferiti a scadenze successive e già versati dai contribuenti. Sono alcuni dei numeri forniti dalla sottosegretaria al Mef, Lucia Albano, nel corso del question time in commissione Finanze della Camera. Rispetto agli importi da corrispondere per le rate in scadenza nel 2023, pari a 11,9 miliardi di euro, il tasso di decadenza (cioè chi non ha più rispettato le rate) complessivamente registrato si è attestato al 45,4% pari a 5,4 miliardi. Una percentuale, ha spiegato Albano, "nettamente inferiore rispetto a quella registrata con riferimento alle precedenti procedure di agevolazione agevolata”. I tassi di decadenza sono stati infatti del 53% nella prima rottamazione, del 67% nelle seconda e del 70% nella terza.

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