Lunedì 29 Aprile 2024

Risale l’inflazione: a marzo +1,2%

Il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, chiede interventi coraggiosi per sostenere la crescita economica in Italia, nonostante alcuni segnali positivi. È necessario agire sul fronte fiscale e della partecipazione femminile al lavoro per contrastare le sfide strutturali.

Risale l’inflazione: a marzo +1,2%

Risale l’inflazione: a marzo +1,2%

Avanti adagio. Il Paese cresce, anche al di sopra della media europea. Ma sarebbe azzardato parlare di un "percorso di ripresa". Parola di Carlo Sangalli, presidente della Confcommercio, che concluderà oggi la due giorni del tradizionale Forum di primavera ospitato nei saloni di villa Mian a Roma. Un appuntamento fortemente segnato dai venti di guerra che soffiano dal Medio Oriente. Numeri che spingono il presidente di Confcommercio a chiedere alla Bce un atto di coraggio per ridurre al più presto il costo del denaro. Una mossa decisiva dal punto di vista della Confcommercio. Insieme alla conferma, per il 2025, del taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef a tre aliquote, ad oggi finanziati solo fino al 2024.

Tutte misure indispensabili anche solo per centrare l’1,2% dello scenario ‘tendenziale’ indicato nel Documento di economia e finanza (Def). Un target che potrebbe risultare addirittura troppo ottimistico dal momento che, per quest’anno, la stima prevista dall’associazione dei commercianti si ferma allo 0,9%, un decimale in meno rispetto a quello previsto dall’ultima versione del Documento di Economia e Finanza. "Bisogna puntare sulla crescita – dice Sangalli – non c’è un piano B; occorre completare la riforma fiscale estendendola al ceto medio". Certo, non tutto va male.

Per il turismo febbraio è stato il miglior mese di sempre e numeri positivi arrivano dall’export (oltre sei miliardi di surplus commerciale a febbraio) e l’inflazione, pur risalita a marzo, è appena all’1,2%. Un trend che, per l’Istat, è stato determinato dalle dinamiche dei costi dell’energia, che hanno rallentato la loro discesa. Ma che non ha condizionato il "carrello della spesa" che conferma il calo dei prezzi al 2,6% contro il 3,4% di febbraio. Non mancano, però, i campanelli di allarme, soprattutto sul fronte della produzione industriale ancora debolissima, della produttività, inferiore a quella dei diretti competitors, e dei consumi, in netto calo ancora a fine 2023.

Di fronte a questi scenari tocca al governo agire con tutti gli strumenti a disposizione, dal Pnrr al fisco, per dare una spinta all’economia. Senza contare, poi, la necessità di mettere finalmente mano ad uno dei problemi strutturali del nostro sistema che lascia ogni anno per strada almeno 100mila posti di lavoro potenziali. Per fermare l’emorragia c’è solo una soluzione: portare il tasso di partecipazione femminile al lavoro in Italia, pari a al 49,3%, alla media dell’Unione europea (60,2%), in pratica 2,2 milioni di occupate in più.

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