Martedì 30 Aprile 2024

Riforma Its, incentivi per diventare tecnici

Soverini (Pd): "L’Europa dà 1,5 miliardi per rilanciare gli Istituti Tecnici Superiori". Ecco come cambieranno: accordi con le imprese big

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di Antonio Troise

Un miliardo e mezzo di euro, una dote mai vista prima per gli Istituti Tecnici Superiori. Una svolta che ha un nome e un cognome, Recovery Fund. E che già da martedì potrebbe essere messa nero su bianco con il voto dei parlamentari italiani sul piano da oltre 200 miliardi in cinque anni finanziato dall’Europa per rimettere in moto l’economia italiana. E, per la prima volta un ruolo decisivo viene affidato agli Its, non a caso citati esplicitamente nel discorso di insediamento di Super-Mario Draghi alle Camere.

Il riferimento nasconde un disegno molto più ambizioso: utilizzare le risorse europee per una riforma di sistema degli Istituti Tecnici Superiori, vale a dire quelle strutture che fanno capo a 107 fondazioni distribuite sul territorio e che offrono "corsi di formazione professionalizzante" dopo i 5 anni della maturità, con 800 ore trascorse in azienda e altrettante in laboratorio. Serse Soverini, bolognese, ex collaboratore di Prodi e da sempre attento ai temi della formazione, è un po’ l’anima della proposta di legge di riforma degli Its che il Pd ha intenzione di presentare nei prossimi giorni, dopo il varo del Recovery Fund. "Siamo sicuri di toccare un tema che sta particolarmente a cuore anche al neoministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi – spiega il deputato Dem – La formazione professionale può e deve giocare un ruolo decisivo nei progetti di rilancio della nostra economia. E, da questo punto di vista, gli Its sono un tassello strategico fondamentale".

In Italia, gli iscritti agli istituti non superano i 17mila all’anno. In Germania sono 940 mila. Circa 600mila in Francia. Come a dire: non c’è partita con i nostri diretti competitor. La riforma ha l’obiettivo di ridurre il gap portando gli studenti degli Its almeno a quota centomila. Come? Il piano che confluirà in una proposta di legge, prevede in primo luogo la formazione di un network delle fondazioni che controllano gli Its in grado di aprire un dialogo non solo con le università ma anche con le eccellenze italiane, da Leonardo a Eni, da Saipem a Fca e Luxottica giusto per citarne qualcuna.

"Dobbiamo fare sistema, creare un’alleanza delle competenze che possa consentire agli Its di svolgere un ruolo chiave nella crescita della produttività e delle competitività del Paese, soprattutto per le piccole e medie imprese", spiega Soverini. Ma non basta. Nella proposta c’è anche l’idea di favorire l’accesso degli istituti alle donne, anche attraverso agevolazioni e incentivi economici. Qui, ovviamente, c’è anche da superare un gap culturale, di mentalità, dal momento che gli Istituti Tecnici sono sempre stati visti come un mondo quasi esclusivamente maschile. Tanto che in alcune strutture mancavano addirittura i bagni per le donne.

"Oggi la realtà è completamente diversa, dagli Its escono figure professionali estremamente ricercate sul mercato, con un asso di occupabilità vicino al 90% ed impegnate sui settori più innovativi. dal green all’economia circolare", aggiunge Soverini. Un dato per tutti: l’Italia corre il rischio di non poter utilizzare tutte le risorse previste dal superbonus del 110% proprio perché mancano all’appello 40mila tecnici edili specializzati nel settore della sostenibilità e del green.

Non a caso, uno dei punti fondamentali della riforma sarà anche quello di una campagna di promozione per sfatare i tanti luoghi comuni che ancora circolano attorno a questo mondo. Le risorse non mancano. La dote del Recovery Fund consentirebbe di quadruplicare, da 70 a 300 milioni, lo stanziamento previsto ogni anno gli Its. "Faremo un piano di spesa, insieme ovviamente con le Fondazioni, per utilizzare presto e al meglio le risorse. E’ un’occasione storica che il sistema Paese non può perdere", conclude Soverini.

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