Lunedì 29 Aprile 2024

Fisco, multe più difficili. Illegittime senza contraddittorio

Una sentenza di Torino apre la strada a una pioggia di ricorsi

La Finanza

La Finanza

Roma, 29 gennaio 2016 - Più paletti per le verifiche fiscali ‘a tavolino’. Anche quando i controlli dell’Agenzia delle Entrate sono semplici verifiche a distanza, magari fatte in parte al telefono, i contribuenti hanno diritto di difendersi, rispondendo alle osservazioni dell’amministrazione fiscale e ottenendo un documento che registri quanto avvenuto.

La precisazione è contenuta in una sentenza della Commissione tributaria regionale di Torino, uno dei giudici speciali per le questioni in materia fiscale. E potrebbe rappresentare un piccolo terremoto nel settore dei controlli anti evasione: alla luce di questa decisione sono centinaia, se non migliaia, gli accertamenti che potrebbero rivelarsi illegittimi. Per adesso, la questione coinvolge imprese e professionisti, ma in futuro potrebbe essere allargata a tutte le tipologie di contribuente.

Un esempio concreto può aiutare a capire: spesso accade che, quando parte una verifica fiscale a distanza sugli adempimenti fiscali di un’impresa, vengano richiesti dei documenti. Il contribuente manda tutto quello che gli è stato richiesto e l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, anziché rispondere, fa passare tempo prezioso. Così, succede che in qualche caso si passi dalle verifiche alla richiesta di imposte non pagate (con relative sanzioni) senza che ci sia possibilità di difendersi.

Esiste, infatti, un paradosso: se le verifiche vengono fatte di persona, c’è l’obbligo di emettere un documento chiamato processo verbale di constatazione (Pvc), che costituisce un riferimento certo e che spiega quali controlli sono stati fatti e quali documenti sono stati depositati. In caso di verifiche cosiddette ‘a tavolino’, non esiste un obbligo di questo tipo. In pratica, non ci sono garanzie che l’Agenzia abbia tenuto conto del materiale che le è stato inviato. Una situazione che potrebbe violare lo Statuto del contribuente.

Su questo punto, allora, la Commissione tributaria regionale di Torino, rispondendo a un ricorso su una sentenza della Commissione provinciale di Alessandria, ha deciso di intervenire e si è da poco pronunciata con una decisione destinata a diventare un precedente importante. Lo Statuto del contribuente, dopo essere stato sistematicamente ignorato sul punto, è stato richiamato a garanzia dei diritti dei cittadini. È quindi necessario «per il principio di eguaglianza, che il Pvc venga rilasciato anche a seguito di verifiche fatte ‘a tavolino’ perché altrimenti i contribuenti sottoposti a tali verifiche subirebbero un diverso (e ingiustificato) trattamento rispetto a quelli verificati in azienda».

Ad aggravare la situazione, infatti, c’è la circostanza che la scelta di fare verifiche a tavolino è completamente discrezionale. Gli accertamenti in questione, allora, andranno considerati nulli. Adesso la palla passa all’Agenzia delle Entrate, che può tranquillamente scegliere di non adeguarsi alla decisione di una Commissione tributaria. Se, però, questo orientamento dovesse essere confermato in futuro, i funzionari che effettuano le verifiche potrebbero avere grossi problemi.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro