Meloni: “Serve un nuovo patto fiscale”. E arruola i commercialisti. Ma i sindacati fanno ancora muro

La premier lancia la sua proposta alla convention nazionale dei tributaristi. Critiche da Pd e M5S Cgil, Cisl e Uil alla Camera bocciano ancora la riforma. Calenda (Terzo Polo): "Sterile il loro no a priori"

Roma, 5 maggio 2023 – “Serve un nuovo patto fiscale con gli italiani". Le parole di Giorgia Meloni risuonano all’ora di pranzo all’assemblea generale degli ordini dei Commercialisti italiani, rimbalzando sulle pareti della Nuvola di Fuksas, Centro dei congressi di Roma. La premier però parla a nuora perché suocera intenda, come si suol dire, visto che l’obiettivo non è la platea ma quei sindacati che, nello stesso momento, stanno bocciando il suo decreto del Lavoro in Commissione Finanze, alla Camera.

La premier Giorgia Meloni
La premier Giorgia Meloni

“Non so se le persone più adatte per parlare di un patto fiscale siano i commercialisti – chiosa il leader della Cgil Maurizio Landini –. Banalmente, sarebbe utile cominciare a parlare con quelli che le tasse le pagano". Immediata la reazione, se non della premier, perlomeno dei padroni di casa, con il presidente dei Commercialisti, Elbano De Nuccio che parla di "parole letteralmente sbalorditive". Pierpaolo Bombardieri, Uil, sceglie invece la provocazione: "Vogliamo introdurre la flat tax per tutti? Diamo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati tutto quello che c’è in busta paga, abolendo il sostituto d’imposta...".

Meloni tira dritto, e nel suo videomessaggio ai commercialisti snocciola i capitoli del decreto Primo maggio ancora in attesa di finire in Gazzetta Ufficiale. Ovvero la ricerca di "una nuova era nei rapporti tra fisco e contribuenti, tra Stato e cittadini, cioè ispirata alla reciproca fiducia e al riequilibrio dei rapporti". E poi le azioni: "ridurre il carico fiscale, premiare chi produce e lavora di più con una tassa piatta agevolata sugli incrementi di salario, sostenere chi investe e assume in Italia, rendere più attrattiva l’Italia"

Obiettivi salutati dall’applauso dei presenti, mentre i due leader dell’opposizione (Conte in presenza, Schlein in collegamento: tra i due la distanza resta fisica), incassano invece applausi misti a qualche fischio, intervenendo davanti a quella stessa platea di commercialisti. "Ci sono i presupposti perché la riforma del fisco sia iniqua, fumosa, pavida e diseducativa", ha scandito il presidente del M5S Giuseppe Conte. "La montagna, come al solito, partorisca un topolino", ha sottolineato invece segretaria dem, Elly Schlein.

Carlo Calenda in serata si tira fuori, riportando il suo Terzo Polo in mezzo: "Avrei inserito il premio di produttività nel decreto lavoro – spiega in tv –, molte cose le farei in modo diverso dal governo e provo proporle, ma non capisco la critica del sindacato: non è che qualunque cosa il governo proponga deve essere sbagliata".

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