Domenica 6 Ottobre 2024
CLAUDIA MARIN
Economia

Manovra 2024: oggi l’ok del Senato. A Montecitorio arriva un testo blindato

I deputati non avranno tempo per proporre modifiche. Resta la grana dei lavori del Superbonus non completati

Roma, 22 dicembre 2023 – Il via libera del Senato alla manovra per il 2024 arriverà oggi. E il testo della legge di Bilancio sarà di fatto blindato, perché alla Camera non sarà possibile, per mancanza di tempo, intervenire con modifiche. Dunque, il provvedimento che otterrà il semaforo verde oggi sarà la base della politica economica per il prossimo anno. Ma, all’appello delle emergenze, manca la soluzione dall’intricata matassa dei lavori del Superbonus in scadenza a fine anno e non completati. Un nodo che, sotto la spinta di Forza Italia e di tutte le associazioni di categoria, il governo dovrà affrontare e risolvere rapidamente: le ultime indiscrezioni parlano di una misura ad hoc, specifica e limitata, che preveda un rinvio a febbraio, marzo per il completamento delle opere, sulla base di una sorta di Sal (stato avanzamento lavori) straordinario da redigere al 31 dicembre.

Il ministro Giorgetti e la premier Meloni
Il ministro Giorgetti e la premier Meloni

Ma torniamo alla manovra che il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, definisce "orgogliosamente politica e identitaria. Una legge di bilancio che è espressione di un indirizzo politico". Con l’aggiunta di un’ulteriore nota: "Per la prima volta negli ultimi 20 anni la Ragioneria non fa nessun rilievo, nessuna osservazione e nessuno stralcio sul maxi-emendamento sul quale il governo ha posto la fiducia".

La legge di Bilancio, dunque, si appresta a ottenere il via libera oggi al Senato, per passare alla Camera per l’approvazione definitiva il 29 dicembre, scongiurando di 48 ore lo spauracchio dell’esercizio provvisorio, sempre paventato e sempre scansato in extremis. Sullo sfondo l’accordo sulla riforma del Patto di Stabilità concordato l’altro ieri dai ministri delle Finanze europei all’Ecofin, sulla base del quale verrà giudicata la bontà o meno delle scelte di bilancio del governo dal 2024 in avanti. La riduzione strutturale del deficit è già nelle tabelle della Nadef, il quadro di previsione della finanza pubblica.

Un po’ più sfidante, considerato il fardello del Superbonus, il percorso di rientro del debito. Ma certo è che un primo effetto tangibile delle nuove regole del Patto Ue si avrà con la prossima manovra, quando si ridurrà la possibilità di ricorrere all’extradeficit. Una leva che quest’anno ha consentito di prorogare il taglio del cuneo e avviare la nuova Irpef a tre aliquote, ma che ha creato anche un’ipoteca da circa 15 miliardi, che, per essere replicata, andrà coperta con nuove tasse o tagli alla spesa. Secondo stime che circolano a Bruxelles, fino al 2027, considerando lo scorporo degli interessi, il peso delle nuove regole sarebbe così di circa 5 miliardi l’anno (ovvero tra lo 0,2 e 0,3%).

La vera incognita è rappresentata dal debito. In base alle nuove regole, per i Paesi come il nostro che superano la soglia di un rapporto debito-Pil del 90%, dovrà essere ridotto dell’1% annuo. Un obiettivo al momento difficile da raggiungere. Sia sul debito che sul deficit, poi, anche al netto delle nuove regole, pesa l’incognita della crescita: l’andamento dell’economia si sta rivelando inferiore alle attese e quindi le stime sul Pil contenute nella Nadef (+0,8% quest’anno e +1,2% il prossimo) potrebbero essere ridimensionate. Con ricadute anche sulle altre variabili del quadro macroeconomico. Mettere a punto la manovra 2025 sarà in ogni caso ancora una volta un rebus. I paletti posti dal nuovo Patto, per quanto meno stringenti delle apparenze, consentiranno infatti di utilizzare la leva del deficit meno di quanto fatto finora. Non è un caso che la legge di bilancio per il 2024 sia stata coperta per metà con l’indebitamento proprio in coincidenza con la sospensione delle regole. Per rifinanziare il taglio del cuneo e dell’Irpef si dovrà quindi inevitabilmente guardare anche a coperture concrete, ovvero nuove tasse o interventi di spending review. Una sfida complessa.