Domenica 1 Settembre 2024

Omer “veste“ l’alta velocità: "Abbiniamo comfort e sicurezza"

I SUOI PRODOTTI, in gran parte realizzati in alluminio, viaggiano a bordo di oltre duemila treni e di centinaia di...

Omer “veste“ l’alta velocità: "Abbiniamo comfort e sicurezza"

Omer “veste“ l’alta velocità: "Abbiniamo comfort e sicurezza"

I SUOI PRODOTTI, in gran parte realizzati in alluminio, viaggiano a bordo di oltre duemila treni e di centinaia di metropolitane in Italia, in Europa e nel mondo a partire dagli Stati Uniti. Anche se pochi, quando salgono per esempio su un Frecciarossa, sanno che, esclusi i sedili, gran parte degli arredi delle carrozze, dagli interiors alle porte fino ai moduli delle toilette e le carenature, sono fabbricati in Sicilia. Più precisamente nel distretto industriale di Carini, in provincia di Palermo. Dove quello Omer è nata nel 1990, come società produttrice di componenti per veicoli su gomma, grazie all’iniziativa imprenditoriale di Angelo Russello. Attività che di lì a qualche anno avrebbe subito un cambiamento di successo: quello di iniziare a operare nel settore della componentistica e degli arredi interni per i mezzi di trasporto ferroviario. Quotata dal 2021 in Piazza Affari e controllata per oltre il 70% dalla famiglia Russello, che vede attiva in azienda la seconda generazione con il presidente e ad Giuseppe e la sorella Vincenza.

Che cos’è oggi Omer?

"Omer – esordisce proprio Giuseppe Russello (nella foto) – è un importante operatore a livello internazionale nel settore della progettazione e produzione di componentistica ferroviaria ad alto contenuto ingegneristico, progettuale ed innovativo, destinata all’allestimento di treni ad alta velocità, regionali e metropolitane. La società si posiziona quale partner dei costruttori dei convogli ferroviari, i quali ricevono i propri ordinativi da parte degli operatori del trasporto ferroviario".

Quali sono i clienti di Omer?

"I grandi operatori internazionali che producono infrastrutture ferroviarie a partire da gruppi come Hitachi e Alstom. E proprio con Hitachi Rail abbiamo firmato nei mesi scorsi due significati contratti per la fornitura, da auna aprte di componenti di arredo e di carenature per 40 treni Frecciarossa ETR 1000 commissionati da Trenitalia e dall’altra per le componenti di arredo di 46 treni per le linee M1, M2, ed M3 della metropolitana di Milano. Omer è riconosciuto dai principali costruttori di materiale rotabile ed è specializzato nella progettazione e produzione di interiors ferroviari, ovvero rivestimenti interni destinati a tutte le aree del veicolo, di cabine per moduli sanitari (come toilet e module cabins Toilet module cabins), nonché della componentistica esterno carrozza, quali carenature (fairings) e ante porta (doors)".

Dove avviene la produzione?

"Fin dall’inizio nel palermitano. Nel distretto di Carini abbiamo due grandi impianti produttivi con 33.700 metri quadrati coperti dove lavorano quasi 400 persone. Nel 2017, per seguire lo sviluppo del mercato americano che vede forti investimenti nelle infrastrutture ferroviarie compresa l’Alta velocità dalla California al Texas, abbiamo installato uno stabilimento produttivo con una cinquantina trentina di dipendenti a Detroit. Crediamo molto nella crescita in America per un gruppo che guarda sempre di più alle commesse internazionali tanto che dall’attuale circa 50% di quota di export sul totale dei ricavi pensiamo nei prossimi anni di salire al 65-70%".

Ricavi che sono in crescita anno su anno?

"I risultati raggiunti nel terzo trimestre del 2023, in attesa nelle prossime settimane di approvare quelli del quarto trimestre e quindi complessivi dell’esercizio, hanno evidenziato il trend positivo di crescita già tracciato nel corso dei mesi precedenti. Il portafoglio ordini registra una crescita del 12% rispetto al 2022 arrivando a circa 130 milioni di euro, così come il soft backlog (le opzioni sugli ordini come avviene normalmente nel settore ferroviario dove le commesse possono avere un range temporale anche di cinque e sei anni), si è attestato intorno ai 242 milioni. Segnali importanti che confermano la bontà delle scelte intraprese dal management".

E per il futuro a partire dal 2024?

"Siamo fiduciosi che questa scia positiva proseguirà, in considerazione anche dei cresciuti investimenti in Europa e negli Stati Uniti in ambito ferroviario, compresi per quanto riguarda l’Italia i fondi del Pnrr destinati proprio alle infrastrutture ferroviarie. Si tratta di investimenti rilevanti che avranno di certo un influsso positivo anche per i prossimi anni. Con l’obiettivo di confermarci un player di riferimento per il settore, sia in Italia che all’estero, proseguiremo nelle attività R&D e negli investimenti sui nostri impianti, per accrescere la capacità produttiva e puntare ad un costante miglioramento della performance aziendale".

Performance che guardano ai valori della sostenibilità e dell’innovazione?

"Da anni l’impegno del gruppo si esplicita anche sotto il profilo ESG (Enviromental, Social, Governance). I nostri prodotti sono infatti destinati a un settore come quello ferroviario che, oltre ad essere di per se stessa una mobilità di trasporto green, denota una particolare attenzione all’impatto ambientale. A tal proposito, rientra anche l’utilizzo prevalente di alluminio all’interno dei treni. Un utilizzo che rispetta i valori della sostenibilità. Pensi al minor peso delle componenti in alluminio per l’arredo e i componenti delle carrozze ferroviarie. Un materiale leggero come l’alluminio riduce, su migliaia di chilometri di percorrenza di treni e metro, l’utilizzo di energia elettrica per la mobilità e quindi una minore immissione in atmosfera di CO2 e inoltre si tratta di un materiale altamente riciclabile, fattore considerato decisivo nelle strategie delle aziende produttrici di materiale ferroviario".

Con l’alluminio inoltre, in fatto di innovazione produttiva, sapete fare “miracoli“...

"Abbiamo brevettato innovative e uniche metodologie di lavorazione. Questo grazie agli investimenti interni in ricerca e sviluppo, a una squadra di ben 35 ingegneri e alle significative collaborazioni con l’Università di Palermo e il Politecnico di Bari. Questo significa che si può fare impresa, e farlo competitivamente in tutto il mondo, anche stando nel Mezzogiorno e in Sicilia".