Domenica 1 Settembre 2024

Nucleare e idrogeno. Gruppo Tosto è pronto alla sfida

DAI SERBATOI PER L’OLIO D’OLIVA e il vino ai componenti critici e realizzati per le alte pressioni e temperature per...

Nucleare e idrogeno. Gruppo Tosto è pronto alla sfida

Nucleare e idrogeno. Gruppo Tosto è pronto alla sfida

DAI SERBATOI PER L’OLIO D’OLIVA e il vino ai componenti critici e realizzati per le alte pressioni e temperature per il settore del petrolio e del gas fino ai reattori nucleari e ai contenitori di massima sicurezza ed efficienza per un’energia del futuro come quella dell’idrogeno. Si può riassumere così la storia e il successo di un’impresa familiare nata nel cuore dell’Abruzzo – a Pescara nel 1960 grazie all’iniziativa imprenditoriale di Walter Tosto – è diventata un campione mondiale. Un gruppo, come lo è diventato dal 2007 la Walter Tosto, dal 1996 guidata come amministratore delegato dal figlio del fondatore Luca Tosto, capace di competere con giganti indiani, cinesi, giapponesi, in molti casi aziende partecipate dagli Stati come accadeva nel nostro Paese con quello che era una volta l’Iri e a cascata la Finmeccanica, oggi Leonardo.

Ma che cos’è oggi la Walter Tosto?

"Un gruppo - spiega Luca Tosto - che opera in tutto il mondo e, come più grande costruttore europeo di componenti speciali per le aziende energetiche, realizza circa 220 milioni di euro di ricavi, il 99% dei quali ottenuti con le commesse estere, con circa 1300 dipendenti. E che investe ogni anno 15 milioni di euro per innovare i processi produttivi e renderli sempre più sostenibili nei suoi impianti, in gran parte in Italia, da Chieti a Ortona fino a Mantova". Recentemente, a conferma di quanto il know how di Tosto sia riconosciuto a livello mondiale, avete sottoscritto due importanti contratti, del valore complessivo di 60 milioni di euro, da parte della Joint Venture HDL Consortium (Hyundai Engineering Co., Lotte Engineering & Construction Co. e DL E&C Co.) per dare inizio ad un nuovo corso nel settore energetico, dai prodotti petroliferi ai petrolchimici sostenibili.

Che cosa prevedono questi contratti?

"La realizzazione di 5 reattori Hydrocrackers e 19 scambiatori di calore alta pressione (Breech Lock type) per il progetto Shaheen della S-Oil in Corea del Sud. Questa importante commessa posiziona il nostro gruppo in prima fila per i futuri progetti nel settore energetico che verranno nei prossimi anni. Gli analisti concordano sul fatto che l’uso dei combustibili derivati dal petrolio raggiungerà a breve il suo picco seguito da un inesorabile declino, ma la domanda di petrolchimici continuerà a crescere grazie all’aumento della ricchezza globale e alla crescente necessità di prodotti manifatturieri. In risposta a questa dinamica, la partnership tra Lummus Technology, Saudi Aramco Technologies Company e Chevron Lummnus Global, con la tecnologia Thermal Crude To Chemical (TC2C), si propone di guidare il settore verso un futuro energetico sostenibile, in grado di soddisfare le esigenze mutevoli del mercato globale. La tecnologia TC2C offre infatti una resa chimica superiore a qualsiasi altra soluzione attualmente in sviluppo, migliorando l’efficienza energetica, riducendo l’intensità di carbonio e abbassando i costi operativi".

In pratica un contributo al processo della transizione ecologica.

"Il progetto Shaheen in Corea del Sud della S-Oil, controllato per il 63% da Aramco, sarà il primo a implementare questa innovativa soluzione, trasformando il petrolio greggio in sostanze chimiche ad alto valore aggiunto. La scelta del gruppo Tosto come costruttore degli item più critici dell’impianto rappresenta una dimostrazione di fiducia senza precedenti nel Made in Italy. Nonostante la Corea del Sud abbia numerosi fornitori concorrenti, questa decisione dimostra la grande capacità imprenditoriale del nostro Paese. Questa transazione quindi non solo risponde alle esigenze del mercato globale, ma è anche un esempio del ruolo chiave che l’Italia e le sue aziende possono svolgere nel guidare il cambiamento verso un futuro energetico più sostenibile. Inoltre, gli investimenti e le collaborazioni internazionali come queste contribuiscono in modo significativo all’equilibrio economico globale dell’Italia, migliorando la nostra reputazione in termini di innovazione e sostenibilità".

Se il mondo guarda all’energia rinnovabile non si potrà a breve fare a meno dei combustibili fossili?

"In questo settore nei prossimi anni sono previsti ancora importanti investimenti. Detto questo è evidente l’importanza di una visione strategica nel settore energetico che tenga conto sia delle esigenze ambientali che di quelle economiche. Stiamo davvero iniziando a vedere un nuovo corso nel settore energetico italiano, guidato da importanti partnership e investimenti internazionali come questi. L’obiettivo è quello di rendere sempre più sostenibile la produzione e i consumi di energia, anche partendo dai combustibili fossili. In questo senso penso per esempio all’importanza di un progetto, a cui partecipiamo con la costruzione dei reattori, come quello della produzione di idrocarburo sintetico a basso impatto ambientale per gli aerei".

Insomma il futuro non potrà essere caratterizzato solo dall’energia del vento o del sole?

"Le fonti rinnovabili sono e saranno fondamentali ma da sole non saranno in grado di soddisfare la domanda energetica. Per questo penso che sarà inevitabile riandare nella direzione del nucleare. Un nucleare 4.0 con nuovi reattori più piccoli, facilmente producibili e trasportabili e la cui realizzazione possa avvenire in tempi contenuti, dai 5 ai 7 anni. Un settore nel quale operiamo da oltre dieci anni con partecipazioni significative a programmi come quelli di Aramco e dell’Eni per cui entro meno di un anno consegneremo i componenti per il reattore per la fusione nucleare. L’altra grande scommessa energetica riguarda l’idrogeno per cui siamo fortemente impegnati nella realizzazione di componenti per lo stoccaggio e che, a partire dal settore industriale, nei prossimi anni potrà diventare un’energia alternativa, sostenibile e con costi più bassi di quelli attualmente troppo alti e non competitivi".