Lunedì 29 Aprile 2024

L’anno d’oro di Grimaldi: "Ora i migliori risultati di sempre"

DICE: "ABBIAMO FATTO bene i compiti a casa". Non solo ultimamente, ma negli ultimi anni. Fino a passare l’esame più...

L’anno d’oro di Grimaldi: "Ora i migliori risultati di sempre"

L’anno d’oro di Grimaldi: "Ora i migliori risultati di sempre"

DICE: "ABBIAMO FATTO bene i compiti a casa". Non solo ultimamente, ma negli ultimi anni. Fino a passare l’esame più ambito: "Dopo un 2023 chiuso con risultati record sul fronte dei passeggeri, quest’anno puntiamo ai numeri migliori di tutta la nostra storia", annuncia Emanuele Grimaldi, armatore, a capo, con il fratello Gianluca e il cognato Diego Pacella, del Gruppo partenopeo che, con oltre 70 anni di storia, è tra i player di riferimento del trasporto marittimo passeggeri a livello internazionale e presente, anche sul fronte cargo, in tutte le maggiori rotte del mondo. "Raccogliamo i frutti – precisa – degli investimenti che ci hanno assicurato navi competitive, moderne ed efficienti".

Quali i risultati del Gruppo Grimaldi nel 2023?

"Il fatturato del 2023 supera i 5 miliardi di euro: il miglior risultato di sempre. Certo, ci sono delle differenze tra i vari rami d’azienda. Il comparto del rotabile è il miglior segmento, insieme a quello del trasporto passeggeri e a quello delle auto. Specie nel Far East o sulle rotte che portano al Sudamerica e all’Africa".

La sostenibilità è la nuova frontiera dell’economia. Avete in corso investimenti per il rinnovamento della flotta: di quale entità? E quali le principali novità?

"Abbiamo appena concluso una prima fase che ha impegnato il Gruppo per due miliardi di investimenti. Ne stiamo aprendo una seconda che ne prevede altri due. Tutti finalizzati all’acquisto di navi di nuovissima generazione, fondamentali per mantenersi competitivi e presenti in tutti i traffici marittimi a livello globale. Parlando di sostenibilità, però, giusto fare una precisazione".

Prego.

"Nel nostro comparto bisogna fare i conti col fatto che i carburanti di nuova generazione non sono ancora disponibili. In fatto di sostenibilità, oggi, i grandi successi sono riuscire a utilizzare la metà del carburante viaggiando con la stessa nave. O trasportare più carico consumando di meno. Per fare un esempio, le nostre ultime 17 navi acquistate, paragonate a quelle costruite nel Duemila, hanno un motore più efficiente – quindi minori consumi – pur trasportando 9.000 auto anziché 4.000. Di fatto, un’efficienza doppia che ci consente di ridurre l’inquinamento. Anche nelle autostrade del mare stiamo sperimentando i carburanti del futuro, quelli puliti, e i motori per utilizzarli".

Scenari possibili?

"L’idrogeno, o meglio l’ammoniaca che da questo si ricava, è il futuro per le navi cargo; il metanolo per quello delle navi passeggeri. Lo si può ricavare anche dai rifiuti o trattenendo la CO2, con ulteriori benefici per l’ambiente".

Si parla anche di investimenti in porti e terminal portuali con l’obiettivo di un’integrazione verticale...

"Sì, abbiamo letteralmente investito sui porti. Per esempio acquistando la maggioranza dell’autorità portuale di Igoumenitsa e di quella di Heraklion, nell’isola di Creta. Crediamo sia fondamentale garantire servizi ottimali nella logistica. La portualità è un fattore imprescindibile, in un’ottica di qualità e di responsabilità. Inoltre ci sono possibilità di accrescere la sostenibilità ambientale della logistica portuale, posizionando pannelli fotovoltaici sui tetti di strutture come i parcheggi e installando impianti eolici. L’abbiamo fatto a Valencia, a Barcellona e intendiamo farlo dove stiamo investendo. Anche in elettrificazione delle banchine. Le navi, entrate in porto, se possono collegarsi all’alimentazione elettrica da terra, evitano di inquinare".

Tra le emergenze dell’attuale periodo c’è la crisi del Mar Rosso che ha reso difficile e pericolosa la navigazione tra Oriente e Occidente: quale l’impatto sulle attività del Gruppo?

"Abbiamo navi che operano sulle tratte verso la Cina, il Giappone, l’Australia, e l’impatto della crisi è pesante. Il solo aumento delle polizze assicurative, spesso decuplicate, comporta extra-costi per il singolo passaggio di una nave di 400mila euro in media. D’altro canto, la scelta di circumnavigare l’Africa, giungendo allo stretto di Gibilterra, si sta traducendo in un aumento dei giorni di navigazione, almeno tra i 10 e i 15, e dei noli marittimi contenitori del 200% rispetto a un anno fa. Ma il danno maggiore lo subiscono i porti, specie quelli italiani, che accusano perdite di traffici per il mancato passaggio delle navi, con rischi anche di una ripresa dell’inflazione".

Cosa pensa delle politiche europee in fatto di Green Deal?

"La normativa europea in materia di sostenibilità, come il sistema di tassazione Ets e il nuovo Regolamento Fuel-Eu, mi sembra eccessivamente rigida e, peggio, capace di generare distorsioni della concorrenza modale in quanto applicata al solo settore marittimo. Inoltre, risulta anacronistica rispetto al contesto attuale".

Nel dettaglio?

"Quello di cui ci occupiamo a livello europeo è il 7% delle emissioni legate al trasporto marittimo, che rappresenta poi il 2% di quelle globali. Continuare a tassare non aiuta, e penalizza il settore del trasporto più efficiente e meno inquinante. Con ricadute negative anche sulla continuità territoriale".

Lei è presidente dell’Ics – International Chamber of Shipping. Come si muove l’armamento mondiale per raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione?

"La soluzione proposta dall’International Chamber of Shipping, da me presieduta, è di istituire un fondo di ricerca e sviluppo alimentato attraverso una fee su tutte le emissioni prodotte a livello mondiale, dal quale si possano poi attingere le risorse per produrre nuovi carburanti nei Paesi in via di sviluppo e per premiare gli armatori virtuosi che si sono impegnati e hanno investito prima in nuove tecnologie. L’Europa da sola non può farcela, servono alleanze con Paesi di altre parti del mondo".

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