Venerdì 3 Maggio 2024

Da Sace la polizza contro i danni del clima

I RISCHI AMBIENTALI non sono più una minaccia rara, ma una preoccupazione reale che le imprese italiane devono gestire ogni...

Da Sace la polizza contro i danni del clima

Da Sace la polizza contro i danni del clima

I RISCHI AMBIENTALI non sono più una minaccia rara, ma una preoccupazione reale che le imprese italiane devono gestire ogni singolo giorno. È la nuova normalità con cui convivere. Terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni: con le sue caratteristiche geografiche, l’Italia è il Paese europeo più soggetto alle catastrofi naturali, con più del 70% del territorio esposto al rischio sismico e idrogeologico, come confermano le oltre 40 alluvioni e gli eventi sismici di rilievo verificatisi in Italia dal 2009 ad oggi specialmente nel Centro Nord: nel 2009 all’Aquila, nel 2012 e nel 2022 in Emilia, tra agosto 2016 e gennaio 2017 nel centro Italia, a novembre 2019 a Venezia (nella foto in basso). Un bilancio allarmante che causa danni al nostro Paese per circa 7 miliardi di euro l’anno, con una spesa pubblica annuale che si attesta mediamente intorno ai 4 miliardi di euro e tempistiche lunghe e procedure non immediate per il risarcimento dei costi di costruzione sostenuti.

La vulnerabilità del nostro Paese richiede di intervenire con urgenza per salvaguardare i beni, tutelare le popolazioni e garantire la sicurezza. È in questo contesto di forte imprevedibilità, limitata prevenzione e bassa copertura contro i rischi catastrofali che nasce “Protezione Rischio Clima” di Sace: si tratta di una polizza rivolta a tutte le imprese italiane per assicurarsi contro i danni derivanti dai rischi climatici. Un nuovo strumento attivabile online. "Oggi le imprese sono chiamate a rispondere ai cambiamenti climatici e a convivere con i rischi connessi mettendo in campo strategie di adattamento", spiega Paolo Alfieri (nella foto a destra), che guida le assicurazioni di breve termine e le cauzioni di Sace. Una risposta per colmare il gap in termini di copertura assicurativa delle calamità naturali e soprattutto assicurare maggiore efficienza nella gestione dei danni e nella fase di ricostruzione. La nuova polizza Protezione Rischio Clima offre alle imprese la possibilità di assicurare terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali contro i danni provocati da calamità naturali ed eventi catastrofali come sismi, alluvioni, esondazioni, inondazioni e franamento. "La copertura Protezione Rischio Clima – aggiunge Alfieri - entra a far parte del set di strumenti di cui le aziende devono dotarsi per essere sempre più resilienti e affrontare le sfide della sostenibilità insieme ai nostri servizi di valutazione del rischio ambientale e di accompagnamento".

Una vera rieducazione al rischio che accompagna le imprese a conoscere il proprio territorio e a considerare i rischi climatici non più come rischi di tipo “emergente” ma come rischi “consolidati”, che a seconda della gravità possono minare la solidità economica delle imprese e di conseguenza riflettersi nel rischio creditizio. Per questo le imprese devono tener conto della vulnerabilità del proprio business rispetto agli eventi climatici in termini di geolocalizzazione e di possibili impatti sulla continuità operativa per evitare possibili situazioni di insolvenza. Il nuovo strumento diventa così un tassello importante dell’offerta di soluzioni Sace - che mette a disposizione delle imprese italiane conoscenze, relazioni e soluzioni assicurative e finanziarie integrate e digitali per realizzare gli investimenti in sostenibilità, affrontare opportunità e rischi connessi all’adattamento climatico: dalla metodologia per quantificare i rischi climatici dei paesi e delle aziende, fino ai servizi di formazione e alle garanzie finanziarie green. "Un tema chiave per il futuro e un’iniziativa fondamentale per facilitare il percorso di crescita sostenibile delle imprese italiane", aggiunge Alfieri.

"Gli episodi climatici estremi verificatisi in tutto il mondo hanno avuto impatti significativi sulla salute umana, sugli ecosistemi, sulla natura e sulle infrastrutture e, non da ultimo, anche sulle economie dei Paesi colpiti e sono uno dei driver di rischi più importanti di cui le imprese devono tenere conto non solo quando guardano alla propria organizzazione in Italia ma anche quando esportano", ha spiegato Alessandro Terzulli (nella foto a sinistra), capo economista di Sace, presentando le ultime rilevazioni della Where to Export Map di Sace, mappamondo digitale che monitora i rischi e le opportunità per le imprese italiane e che incorpora nel set di indicatori anche i profili di rischio socio-ambientale, in collaborazione con Fondazione Enel. "Abbiamo rilevato che le migliori opportunità di crescita all’estero vengono proprio da quei Paesi che stanno investendo in iniziative per adattamento climatico e transizione sostenibile". Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Spagna, India, Arabia Saudita e Cina. Ampio potenziale anche nel Far East (Corea del Sud e Vietnam) e America Latina (Messico e Brasile), dove i governi puntano su rafforzamento della manifattura e programmi d’investimenti che combinano sostenibilità e innovazione sono i Paesi nella top-ten di Sace.

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