Per l’Europa ci vuole una strategia precisa di rilancio, parola di Super Mario. Di fronte al progressivo indebolimento dell’economia europea, si pone la necessità di definire una road map ampia e dettagliata, che identifichi chiaramente priorità, linee d’azione e politiche da mettere in atto nei diversi settori, ha spiegato Mario Draghi ai Commissari Ue nel seminario che si è svolto ieri a Jodoigne, poco fuori Bruxelles, in cui l’ex premier italiano ha esposto la sua visione sulla competitività del continente. A inquadrare l’intervento dell’ex governatore della Bce è stata la stessa committente del rapporto Draghi, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che ha scritto su X: "Grazie caro Mario Draghi per l’eccellente scambio odierno di vedute con il Collegio sulla competitività dell’Ue. Abbiamo discusso di molte sfide e dimensioni politiche. Attendo con impazienza il rapporto per contribuire a portare avanti il dibattito su come rafforzare l’economia dell’Ue".
Partendo dal 2016, ha osservato Draghi, "abbiamo assistito a una serie di fatti nuovi e rilevanti per l’Europa negli ambiti più diversi, dall’elezione di Donald Trump all’affacciarsi prepotente della transizione green nell’agenda di governi e organizzazioni, fino all’avvento, ben più veloce del previsto, dell’intelligenza artificiale". In questo contesto, ha rilevato Draghi, l’economia europea ha fatto registrare un "progressivo indebolimento, perdendo slancio e cedendo centralità nelle catene dell’offerta, a beneficio di altri paesi come Stati Uniti e Cina. La guerra in Ucraina non ha fatto che confermare le fragilità del Vecchio Continente, non soltanto dal punto di vista economico ma anche in termini di modello geopolitico".
Ne consegue – questo in sostanza il ragionamento di Draghi – la necessità di definire una road map ampia e dettagliata, che identifichi chiaramente priorità, linee d’azione e politiche da mettere in atto nei diversi settori. L’individuazione di questi percorsi, ha spiegato, riproponendo un approccio a lui caro, non potrà che essere basata su un’analisi accurata dei dati. Ecco perché la relazione sulla competitività europea sarà un esercizio il più possibile aperto: aperto all’ascolto di tutti gli stakeholder rilevanti, aperto ai contributi di tutti coloro che siano interessati a darne, aperto alla ricerca di soluzioni incisive e ambiziose.
Draghi – tornato di recente al centro del dibattito europeo come possibile candidato alla guida del Consiglio europeo al posto di Charles Michel – è stato incaricato a settembre da von der Leyen di redigere un rapporto sulla competitività economica dell’Ue, che dovrebbe arrivare dopo le elezioni europee e che dovrebbe fungere da base per le proposte legislative della prossima legislatura. A quanto si apprende da fonti italiane, durante l’incontro l’ex presidente della Bce avrebbe messo in evidenza l’urgenza di definire una road map ampia e dettagliata, che identifichi chiaramente "priorità, linee d’azione e politiche da mettere in atto nei diversi settori".
Nei giorni scorsi, Draghi ha avviato le ‘consultazioni’ con i rappresentanti dell’industria europea per contribuire al rapporto. Prima a Milano è stata la volta dei manager di Ert (European Roundtable for Industry), poi a Bruxelles con una delegazione di Business Europe guidata dal suo presidente e alla presenza del presidente di Confindustria Carlo Bonomi.