Sabato 27 Luglio 2024

La teoria dei giochi in finanza

Cosa si intende per teoria dei giochi e quali sono le sue applicazioni nel mondo della finanza

Teoria dei giochi in finanza - Crediti iStock Photo

Teoria dei giochi in finanza - Crediti iStock Photo

Quando si parla di teoria dei giochi si fa riferimento a una disciplina dall’ampia possibilità di applicazione, dalla politica al marketing passando per la finanza, che ritiene che gli agenti, o per meglio i giocatori, utilizzino nel loro operato la propria ragione per far nascere delle strategia basate sulle congetture comportamentali degli altri agenti. Il meccanismo descritto è da intendersi come un vero e proprio gioco, all’interno del quale ogni agente, nel suo agire razionale, cerca delle scelte vincenti e strategiche che possano anticipare il pensiero dei rivali.

Nascita ed evoluzione della teoria dei giochi

I primi a teorizzare il concetto della teoria dei giochi furono il matematico John von Neumann e l’economista Oskar Morgenstern nel loro celebre libro “Theory of Games and Economic Behavior”, uscito nel 1944. Nel volume gli autori forniscono delle innovative spiegazioni sulla razionalità delle decisioni degli individui, con lo stesso concetto che è stato in seguito aggiornato e ampliato dal matematico ed economista John Nash, premio Nobel per l’economia nel 1994. L’obiettivo di tutti gli autori citati è stato quello di provare a definire in termini matematici il comportamento degli individui che cercano di conquistare qualcosa, un payoff. I loro studi, infatti, hanno mirato a dimostrare come ogni individuo arrivi razionalmente a maturare le scelte che spera possano portarlo ad una massimizzazione del proprio benessere, tenendo conto delle azioni e delle reazioni dei rivali. Ogni agente - giocatore - secondo questa teoria, si comporta seguendo un flusso strategico razionale, escludendo quindi ogni aspetto puramente razionale.

La teoria dei giochi in finanza

Appreso cosa si intende per teoria dei giochi, è possibile porre il focus sulla sua applicazione nel mondo dell’economia. In tale contesto la disciplina interessa soprattutto la microeconomia, così come gli investimenti. La peculiarità, in quest'ultimo caso, è che è praticamente impossibile prevedere e conoscere le scelte dei tantissimi agenti in campo. È, dunque, un gioco a informazione incompleta, nel quale per orientarsi è utile avere esperienza e conoscenza di quanto avvenuto nelle giocate - situazioni simili - precedenti. Nei giochi a informazione completa, invece, tutti i giocatori hanno consapevolezza delle regole del gioco e della funzione di utilità degli altri agenti. Il primo scenario, quello incompleto, è sicuramente più realistico nella campo della finanza rispetto al secondo.

Applicazione della teoria dei giochi

Secondo la teoria dei giochi, l’attività tra i partecipanti può avere due diverse nature, ovvero:

- cooperativa, con tutti i giocatori che hanno un interesse comune. Tale situazione, lo si specifica, è molto irrealistica nei mercati finanziari;

- non cooperativa, data dalla mancanza di un interesse comune a tutti i giocatori. Questo vuol dire che ognuno partecipa con lo scopo di ottenere il massimo beneficio possibile nei mercati, proprio come avviene nei mercati finanziari. C’è dunque una grande competizione tra gli agenti, ognuno dei quali studia la strategia che razionalmente gli sembra essere più vantaggiosa. Nel momento in cui ciascun partecipante non è più incentivato a modificare la strada strategica adottata, si raggiunge il cosiddetto equilibrio di Nash. In tale scenario ogni agente ha fatto la sua mossa e ha ottenuto il massimo possibile per sé e, in mancanza di una variazione per gli avversari, non può modificare la sua situazione.