Lunedì 29 Aprile 2024

La crisi dei chip frena pure Apple: ora meno iPhone

Cupertino deve ridurre la produzione di melafonini. In difficoltà l’automotive, da Toyota a Volkswagen

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di Elena Comelli

La crisi dei chip sta mettendo con le spalle al muro tutti, dall’automotive al mondo tech. E perfino Apple, proprio nel trimestre più redditizio dell’anno. Il gigante di Cupertino avrebbe, infatti, tagliato di almeno 10 milioni di esemplari le stime di produzione dell’iPhone 13 per una carenza di semiconduttori. L’azienda aveva previsto di produrre 90 milioni di unità dell’ultima versione dell’iPhone presentata a settembre, ma ora starebbe comunicando ai fornitori che il totale non andrà oltre gli 80 milioni, secondo Bloomberg.

La mancanza di chip sarebbe da ricondurre alle difficoltà di Broadcom e Texas Instruments nel consegnare le proprie componenti. A livello mondiale, i tempi di attesa fra un ordine di chip e la consegna sono quasi raddoppiati nel giro di due anni, dalle 11,8 settimane nel settembre 2019 alle 21,7 settimane di due anni dopo. Counterpoint, società di ricerca del mercato, di recente ha ritoccato al ribasso di 30-40 milioni di unità la previsione di produzione mondiale di smartphone nel secondo semestre 2021 (pari a 1,41 miliardi di esemplari), proprio a causa di questa crisi. Il 90% dei produttori sono coinvolti: alcuni tra loro hanno ricevuto solo l’80% degli ordini nel secondo trimestre, quota scesa fino al 70% in alcuni casi. A questo punto, scorte di magazzino e ordini anticipati sembrano non bastare più. Broadcom, produttore di riferimento per le componenti wireless, dipende dalle forniture di Tsmc, il cui business è collegato per il 25% proprio a Apple. La compagnia di Taiwan produce il 54% dei semiconduttori di tutto il mondo e lavora come fonderia di microelettronica per aziende che producono componenti, come Broadcom, Texas Instruments, Qualcomm, Nvidia, Amd. È da lì che parte il problema, a monte della filiera.

La questione è ormai di una portata globale e si allarga al settore automotive: in Italia la produzione di auto è diminuita ad agosto del 37,4%. E tutte le principali case automobilistiche sono coinvolte nel problema: Toyota è stata costretta a tagliare gli obiettivi di produzione del 40% a settembre, Stellantis ha fermato due fabbriche in Francia, Cnh ferma i siti europei e anche Volkswagen ha annunciato tagli alla produzione nell’impianto di Wolfsburg, il principale del gruppo tedesco. Tutto il mondo è con le spalle al muro: la crisi dei chip è reale (e grave).

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