Giovedì 25 Aprile 2024

Rivoluzione Iva, nuove aliquote: ecco su quali prodotti. Idea azzeramento per l'infanzia

Il Governo punta a rivedere il sistema attuale. L’obiettivo è avere un'imposta più omogenea per i panieri simili e cancellarla per i beni essenziali

Roma, 21 marzo 2023 - Paese che vai, Iva che trovi. Almeno fino a qualche tempo fa. Già, perché la direttiva Ue del 2006 ha armonizzato l’imposta in tutta Europa. È questa la base del provvedimento, contenuto nella delega fiscale licenziata da Palazzo Chigi giovedì scorso, che punta a "razionalizzare il numero e la misura delle aliquote" e a rivedere la disciplina delle operazioni esenti. Il tutto con l’obiettivo di realizzare un "trattamento Iva tendenzialmente omogeneo per i beni e servizi similare".

Rivoluzione Iva, come cambierà e su quali prodotti

Così, dal pane all’acqua minerale, dai prodotti per l’infanzia fino agli immobili, le aliquote (e i panieri) cambieranno. Oggi, ad esempio, nella classe di alimentari e alcolici, si contano 20 voci di spesa che contemplato tutto il ventaglio di aliquote: quella del 4% per i beni di prima necessità, come il pane e l’olio, del 5%, quella del 10% per la carne e lo zucchero e quella del 22% per vino, birra e acqua. Stesso discorso per le voci nel paniere della sanità, dalle medicine agli occhiali. Tuttavia, come ha detto il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, alcuni beni tassati al 22%, come l’acqua minerale in bottiglia, potrebbero passare al 10%. Va ricordato che già l’ultima Legge di Bilancio ha esteso l’imposta al 5% sui prodotti per l’igiene intima femminile e per i prodotti per la prima infanzia (latte in polvere e pannolini).

L'obiettivo del governo

Il percorso delineato dal governo, però, sarà molto a più ampio raggio. Al momento il testo approvato non contiene i dettagli: sarà infatti il Parlamento a individuare quali beni e servizi potranno godere di un’Iva agevolata, richiamandosi ai codici doganali (armonizzati a livello Ue), alla classificazione statistica oppure a entrambi. Del resto, già adesso la classificazione doganale ha causato effetti curiosi: Iva al 4% sulle zucche commestibili, al 22% se ornamentali (come quelle di Halloween). Ma l’intervento del governo dovrà tenere conto di un’altra direttiva europea, questa più recente, la 2022/542 del 5 aprile 202, che ha aggiornato l’elenco di beni e servizi agevolabili e riformato il sistema delle aliquote, provando a garantire agli Stati membri maggiore flessibilità. Stando alla norma Ue, si potrà mantenere un’aliquota ordinaria di almeno il 15%, due ridotte o superiori al 5% e una minima inferiore al 5%, solo per un piccolo numero di beni e servizi.

Ipotesi aliquota zero

Ma c’è una novità: l’aliquota zero, ovvero "un’esenzione con diritto alla detrazione dell’Iva sugli acquisti" come ha spiegato Leo. In questa categoria, rientrerebbero alimentari e beni di prima necessità, i prodotti per i neonati, per i bambini e per gli anziani. D'altra parte, durante la scrittura della legge di Bilancio era circolata l’ipotesi, poi abbandonata per il costo troppo elevato (circa 500 milioni di euro), di azzerare l'Iva su pane, pasta e latte, ora tassati al 4%. Il viceministro Leo, durante un videoforum del Sole 24 Ore, ha comunque fissato un paletto: l’aliquota al 4% non si tocca. Quelle del 5 e del 10%, invece, potranno essere modificate.

Il settore immobiliare

La delega mira, infine, a risolvere i problemi relativi al settore immobiliare. La detrazione dell'Iva pagata per l’acquisto, la locazione e la gestione di abitazioni è limitata alla imprese che svolgono in via esclusiva o prevalente l’attività edilizia nel settore abitativo. L’obiettivo è rendere la detrazione coerente con l'operazione per la quale è utilizzato il bene o è acquistato il servizio.

I tempi

La direttiva 2022/542/Ue sarà applicabile dal 1° gennaio 2025, anche se la revisione si concluderà nel 2031, quando termineranno le deroghe (per le riduzioni previste dalle norme nazionali al 1° gennaio 2021). I singoli Paesi avranno quindi tempo fino al 2024 per i decreti attuativi. Entro il 7 ottobre 2023, però, sono già chiamati ad adottare "le modalità di esercizio" delle nuove aliquote ridotte. Dunque, i percorsi della norma europea e della delega fiscale, almeno in parte, si sovrappongono, visto che il cronoprogramma del governo Meloni prevede l’adozione dei decreti delegati entro 24 mesi dall’approvazione della legge. Ma la mini rivoluzione dell’Iva non sarà semplice. I tecnici, chiamati a stendere la norma, dovranno tenere conto anche degli equilibri di finanza pubblica. Spostare i beni da un paniere all’altro e accorpare le aliquote non dovranno alterare il gettito complessivo dell’imposta.

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