Venerdì 26 Luglio 2024
BRUNO
Economia

Il peso reale delle categorie economiche

L'importanza delle categorie economiche per lo sviluppo: sindacati e datoriali come interfaccia politica per definire piani di lungo termine.

Villois

Le categorie economiche sono fondamentali per lo sviluppo: si esprimono attraverso le rappresentanze sindacali dei lavoratori, datoriali per le imprese, ordinistiche per le categorie professionali, istituzioni culturali e scientifiche per il sapere e la ricerca. Il lavoro dipendente conta oltre 22 milioni di lavoratori, quello del lavoro autonomo da circa 5,5 milioni imprese. Sindacati e datoriali hanno costituito e debbono continuare a costituire l’interfaccia del Governo e più in generale della politica. Negli ultimi 10 anni la politica ha tentato di limitarne il peso, prima riducendo l’importanza delle istituzioni Camere di Commercio e parallelamente ad allargare a dismisura il numero di datoriali e sindacali da portare al tavolo delle contrattazione, ascoltando e richiedendo sempre meno di concorrere alla definizione dei piani di sviluppo, che innegabilmente dovrebbero essere basati su tempistiche di lungo termine. Le cinque maggiori datoriali, Confindustria con oltre 135 mila iscritti, Confcommercio con 700 mila, altrettanti per Confartigianato, Confagricoltura e per 1,5 di Coldiretti, debbono essere riconosciute dalla politica come primari interlocutori, insieme alle 3 principali rappresentanze sindacali dei lavoratori, su cui indirizzare la politica economica, sempre che queste abbiano la volontà di andar oltre i propri interessi specifici e sappiano coordinarsi tra loro per presentare un insieme di programmi per dare corso ad una politica industriale, commerciale e agricola, a cui concorrano con la massima determinazione i loro iscritti, in modo da poter puntare ad uno sviluppo consistente, sostenibile e duraturo.