Lunedì 29 Aprile 2024

Il credito alle aziende rischia una stretta Lo Stato deve vigilare

Bruno

Villois

intero globo si domanda se e quando si intravvederà la fine dei disastrosi effetti pandemici. La partenza delle vaccinazioni di massa ha dato inizio all’era del dopo Covid, tempi e modi restano incerti. Il sistema socio economico si sta piegando su se stesso, il meno 10% del Pil, il calo dei consumi in misura anche maggiore, il crollo del commercio di oltre il 15% del 2020, sono i tre indicatori che dovrebbero nell’anno in corso invertire la rotta e che invece, almeno per gennaio, manterranno, percentualmente mese su anno, gli stessi drammatici dati, ai quali si va a consolidare il calo, dopo novembre e dicembre, della produzione industriale, la cui diminuzione è direttamente collegata a quella della domanda di consumi e servizi. In questo contesto si agganciano, per ora in misura limitata, le problematiche sul credito: erogazione, moratorie, stretta della vigilanza europea, garanzie dello Stato sul debito delle imprese e sulla cartolarizzazione in sofferenza.

Quello del rapporto banche-imprese-famiglie è rimasto a livelli più che accettabili, merito della enorme liquidità, della capacità degli istituti di credito di essersi rafforzati patrimonialmente negli scorsi anni, dalle garanzie dello Stato per ridurre il rischio di tenuta delle banche e consentire di concedere nuova finanza alle imprese. Un accentuarsi delle crisi aziendali e della disoccupazione obbligherebbe le banche a sostenere pressioni che per molti istituti a carattere locale potrebbero diventare insostenibili. Per evitare eccessivi stress serve che lo Stato mantenga appieno la Garanzia Cartolarizzazione Sofferenze.

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