Mercoledì 24 Aprile 2024

Generazione di mezzo la più compressa

UNA LENTA ma inesorabile rivoluzione demografica sta dilatando, sempre di più nel tempo, i nostri bisogni che sono diventati molto diversi da quelli della generazione precedente, in cui lavoro e famiglia erano più stabili. Il quadro attuale, infatti, così come è stato fotografato dall’Istat, vede un tasso di natalità sempre più basso, con una media di 1,25 figli per ogni donna, mentre la soglia di ricambio è fissata a 2,1. A questo va aggiunta la longevità della popolazione: nel 2021 raggiunti i 65 anni di età la prospettiva di vita era di altri 21,6 anni per le donne e 18,2 anni per gli uomini, ma nel 2060, salirà rispettivamente a 26 e 22,4 anni. La più penalizzata è la generazione di mezzo, che si trova a dover sostenere economicamente dei figli che riusciranno a raggiungere la completa autonomia finanziaria sempre più in là negli anni. "Secondo uno studio della Fondazione Bruno Visentini di Roma – spiega Stefano Volpato, direttore commerciale di Banca Mediolanum – nel 2020 un giovane di 20 anni raggiungeva mediamente l’età della totale indipendenza a 38 anni, nel 2030 la conquisterà addirittura a 48. I giovani della mia generazione, invece, un mese dopo aver finito di studiare spesso erano già indipendenti e potevano sostenere la propria famiglia anziché essere aiutati dai propri cari".

Allo stesso tempo, la generazione di mezzo si trova a dover provvedere a genitori sempre più anziani e che necessitano di un’assistenza socio-sanitaria puntuale ed efficiente. Già oggi, circa il 34% delle famiglie italiane deve occuparsi di una persona non autosufficiente. In futuro la situazione non potrà che peggiorare perché, per via della bassa natalità, si ridurrà il numero dei familiari che possono prendersi cura dei propri cari. "La generazione di mezzo – sottolinea Volpato – si deve attrezzare sempre di più per trovare delle soluzioni di efficientamento dei propri risparmi, trasformandoli in investimenti. Anche perché, oggi c’è una maggiore discontinuità lavorativa – che colpisce anche la fascia tra i 55 e i 65 anni – e che va considerata nell’ambito di una corretta gestione, o meglio pianificazione, dei nostri risparmi".

p. b. m.

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