Mercoledì 24 Aprile 2024

Descalzi: “Autonomia energetica e convergenze per il futuro”

L’amministratore delegato di Eni, riconfermato alla guida del Gruppo, al convegno Futuro Quotidiano

Le grandi partecipate sono al centro dell’attuale contesto di profonda trasformazione dei rapporti tra politica ed economia. E in uno scenario che impone un ripensamento dei rapporti tra Stato e mercato l’Eni si avvia alla terza fase della sua vita. Parte da questa suggestione di Giovanni Orsina, dean della Luiss School of Government, la conversazione fra Agnese Pini, direttrice di QN Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno e Luce!, e Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, primo appuntamento di Futuro Quotidiano, il ciclo di incontri organizzato da QN Quotidiano Nazionale e dalla Luiss School of Government.

Al centro alcuni dei temi più caldi e attuali legati alla geopolitica dell’energia, alla sicurezza energetica, alla transizione verso la decarbonizzazione e all’importanza della tecnologia.

Nella storia dell’Eni “c’è uno spartiacque importante. Eravamo – ha sottolineato Descalzi – Ente Nazionale Idrocarburi, appartenevamo al 100 per cento allo Stato italiano. L’obiettivo era approvvigionare l’Italia di energia con un budget non illimitato ma non controllato da logiche di mercato. Dal ‘92 Eni è quotata e non ha più l’obiettivo originario. Anche se ha una percentuale importante dello Stato gli obiettivi sono quelli economico finanziari, dobbiamo creare valore per gli azionisti. L’attuale terza fase nasce perché non ci sono più degli strumenti di sicurezza energetica”.

Claudio Descalzi (Amministratore Delegato Eni) e Agnese Pini con alcuni studenti
Claudio Descalzi (Amministratore Delegato Eni) e Agnese Pini con alcuni studenti

E difronte alle sfide che pone la crisi energetica l’Europa mostra tutte le sue fragilità dettate, in primis, dall’individualismo europeo su temi strategici. "Il sistema europeo si è rivelato non competitivo. L'Europa non è un paese, non è neanche una Federazione. Non ci possiamo confrontare con paesi come la Russia, la Cina e gli Usa che sono paesi. Non si possono confrontare cose che non c'entrano molto l'uno con l'altro. Noi – ha proseguito Descalzi commentando le dichiarazioni del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron dal ritorno della sua visita in Cina – apparteniamo ad un’Alleanza Atlantica, a livello politico, ma dal momento in cui c'è bisogno di energia, un paese aiuta se stesso". E l'Europa difficilmente può aiutare se stessa perché non ha energia. Lo abbiamo visto con i medicinali quando abbiamo avuto una rottura degli stock. Lo abbiamo visto quando abbiamo avuto una rottura di stock di energia”.

Giovani al convegno
Giovani al convegno

Un momento di confronto che ha avuto fra i suoi promotori Lorenzo Castellani, docente di in Storia delle Istituzioni Politiche presso la Luiss Guido Carli di Roma.

"In Europa – ha proseguito l'ad di Eni – abbiamo un mix energetico molto diverso da un paese all’altro. Con il nostro mix energetico abbiamo dovuto pensare a noi stessi. Non c'è una piattaforma europea che poteva dare del gas all'Italia o dell'energia all'Italia. Ci sono degli scambi ma ci sono anche dei confini. Il single market esiste sulla carta ma non c’è una connessione completa degli stoccaggi, a livello elettrico un po' di più. A livello del gas il Nord e' diviso dal Sud. Il concetto di globalizzazione per l'energia è un po' carente”. Da questo punto di vista per l’ad di Eni "l'Europa assomiglia molto più all'Africa che alla Russia, alla Cina o agli Stati Uniti perché ci sono paesi diversi, lingue diverse, norme diverse, fiscalità diverse e connessioni che esistono ma che sono carenti dal punto di vista energetico”.

Sul fronte della transizione verde Descalzi sottolinea la necessità di un mix energetico e la libertà di scelta sul fronte delle tecnologie. “L'Europa per urgenza ha deciso di prendere una decisione top down per quanto riguarda l'ambiente e di darsi degli obiettivi di riduzione delle emissioni. È molto importante. La cosa che non è corretta – ha affermato Descalzi – è che all'obiettivo ambientale ha dato anche l'obiettivo tecnologico: usa questa tecnologia. L’Europa – spiega l’ad – è un panorama di tanti paesi, che hanno una storia diversa dal punto di vista energetico. I paesi attraverso i loro sviluppi tecnologici devono raggiungere questi obiettivi. È virtuoso quello che ha fatto l'Europa ma di eccesso di virtù si può anche morire".

Un momento del convegno
Un momento del convegno

Guardando al futuro il messaggio di Descalzi è chiaro: le rinnovabili da sole non bastano. “Se la tecnologia è pulita o low carbon – ha spiegato l’ad di Eni – abbiamo bisogno di un mix energetico” e di “un piano di sicurezza energetica che possa integrare tutte le competenze industriali. La politica deve dare un quadro di riferimento. Un mercato libero ma con dei binari”.

Nel giorno della sua riconferma al timone dell’Eni per il suo quarto mandato non è mancato da parte di Descalzi un commento alle indiscrezioni riguardo un suo presunto ruolo di “king maker” delle nomine nelle partecipate pubbliche."Nell'ultimo anno – ha affermato l'ad di Eni – ho passato tutto il mio tempo in giro proprio per il discorso della sicurezza energetica: pensate che alla mia età, dopo 43 anni di Eni debba mettere il naso in altre società? Chi lo ha detto non so perché l'abbia detto ma ha detto una cosa non vera e poco sensata".

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