Venerdì 3 Maggio 2024

Fmi, allarme su crescita e debito: "Il Pil si sgonfierà dopo il Pnrr". S&P conferma il rating sull’Italia

Faro sui conti e superbonus fra strette e deroghe. Ma resta il giudizio ’BBB’, con prospettive stabili

Fmi, allarme su crescita e debito: "Il Pil si sgonfierà dopo il Pnrr". S&P conferma il rating sull’Italia

Fmi, allarme su crescita e debito: "Il Pil si sgonfierà dopo il Pnrr". S&P conferma il rating sull’Italia

Il Fondo Monetario Nazionale lancia l’allarme sulla crescita e sul debito dell’Italia, rivedendo al ribasso anche le stime messe nero su bianco dal governo nel Documento di Economia e Finanza. Ma, in serata, dal sempre temuto giudizio di Standard & Poor’s è arrivata una conferma per l’Italia: il giudizio resta ’BBB’ e l’outlook "stabile". A preoccupare gli esperti dell’Fmi sono invece soprattutto il venir meno degli effetti del Pnrr e lo stop al superbonus, due misure che hanno spinto il Pil negli ultimi due anni fino al 0,7% ma che, nel 2026, dovrebbero portare l’incremento a pochi decimali, appena lo 0,2% nel 2026, con una crescita del debito al 140% già nel 2025. Conti influenzati dal peso del Superbonus, che ha ormai superato ogni limite.

Le ultime stime diffuse ieri dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio confermano le dimensioni del fenomeno. Superbonus e bonus facciate, in particolare, hanno avuto un impatto "rilevante e crescente" nel tempo: l’asticella del periodo 2020-23, secondo gli ultimi dati, è salita a circa 170 miliardi. Con un gap tra i risultati e le attese "macroscopica" nel caso del Superbonus. A farne le spese è il debito. Quanto rilevato in termini di competenza economica nel quadriennio 2020-23 inciderà soprattutto sul 2024-26, evidenzia l’Upb, che quantifica questa "pesante eredità": un impatto in media annua pari allo 0,5% del Pil nel 2021-23, che salirà all’1,8% in quello successivo.

Il Fmi va oltre le stime e fornisce qualche consiglio all’Italia per rimettere ordine nei conti. "Per cominciare, in cima alla lista ci sono sgravi fiscali molti dei quali inefficienti, il superbonus è un esempio ma ce ne sono altri – spiega Helge Berger, vice direttore del dipartimento Europa del Fmi – Possono essere eliminate ’scappatoie’ dal fisco, leggasi elusione delle tasse, e programmi di sostegno anti-inflazione". Anche l’Upb ha presentato ieri le sue proposte, suggerendo la rotta che porta ad una maggiore selettività dei contributi e ad uno stop per gli automatismi. La soluzione suggerita è "un trasferimento monetario" (un contributo diretto alla spesa), modulato in base alle condizioni economiche delle famiglie e alla classe energetica dell’edificio, sottoposto ad autorizzazioni preventive e soggetto a un limite di spesa, o con prestiti agevolati. E in vista delle prossime misure di sostegno per le case green, a mettere in guardia è anche la Banca d’Italia: le "criticità" emerse con il Superbonus sembrano "sconsigliare la riproposizione in futuro della cedibilità dei crediti", se non in "forma limitata" e "circoscritta ad alcune categorie".

Il Parlamento prepara nuove modifiche all’ultima stretta impressa dal governo. A proporle, per altre aree colpite dal sisma diverse da quelle per cui già si è fatta eccezione (a partire dall’Emilia Romagna) o dalle alluvioni e per il Terzo settore, sono sia la maggioranza che l’opposizione con diversi emendamenti al decreto Superbonus. Il termine per presentare le proposte di modifica è mercoledì 24 aprile, ma sul tavolo del relatore, Giorgio Salvitti, gli emendamenti cominciano ad arrivare. Si studia anche la possibilità di coinvolgere, su base volontaria, i Comuni nei controlli ai cantieri del Superbonus, garantendo loro un ritorno economico pari al 30% dell’eventuale recupero. Nulla sarebbe invece ancora arrivato sulla possibilità di allungare da 4 a 10 anni i tempi di utilizzo dei crediti del Superbonus. Ipotesi su cui però si è già detto favorevole il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E che, secondo i calcoli Upb, consentirebbe al debito di restare sotto quota 140%.

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