Giovedì 25 Aprile 2024

Un’imposta dell’1,5% sulle grandi ricchezze

UN’IMPOSTA sui "paperoni", cioè gli ultra ricchi che hanno un patrimonio finanziario di oltre 50 milioni di euro a testa. Ad avanzare l’idea sono stati 130 deputati europei tra cui spicca la francese Aurore Lalucq (del gruppo dei socialisti e democratici), in collaborazione con l’economista Gabriel Zucman. Ciò che propongono è una patrimoniale che operi su scala globale, una tassazione dell’1,5% circa sulle grandi ricchezze finanziarie, per poi impiegare quanto ricavato per sostenere la transizione ecologica e sostenibile dell’economia mondiale. Per funzionare davvero l’imposta e non provocare una fuga di capitali, ovviamente la patrimoniale dovrebbe agire su scala internazionale e non limitarsi a un numero ristretto di paesi. La proposta degli eurodeputati suggerisce l’aliquota dell’1,5% anche se specifica che si tratta soltanto di una indicazione di massima, lasciando poi la decisione su dove fissare definitivamente l’asticella a una successiva discussione democratica e collettiva.

Lalucq e Zucman hanno inoltre invitato l’Ocse e le Nazioni Unite a far partire dei negoziati su questa nuova imposta e hanno sollecitano a muoversi anche l’Unione Europea. In un articolo pubblicato sul quotidiano francese Le Monde, i due sostenitori della patrimoniale internazionale hanno evidenziato che un "paperone" come Elon Musk, patron miliardario della casa automobilistica Tesla, nel 2018 non ha versato neppure un centesimo di tasse federali. Spostandosi in Francia, invece, Lalucq e Zucman hanno ricordato che le 370 famiglie più ricche del paese hanno subito invece un prelievo del 2 o 3%. La petizione per la patrimoniale sul scala internazionale è stata firmata soprattutto da eurodeputati dei gruppi verdi e della sinistra, oltre che da più di dieci economisti e da organizzazioni non governative internazionali come Oxfam.

In Italia si parla da anni di una nuova patrimoniale ma la riforma fiscale del governo Meloni si guarda bene dall’introdurla. Anche perché, è bene ricordarlo, di patrimoniali ne abbiamo in realtà già almeno due. Una è l’indigesta Imu, che colpisce soprattutto gli immobili commerciali e le seconde case. L’altra è l’imposta di bollo, un balzello dello 0,2% che grava sui capitali investiti dai risparmiatori, qualunque sia lo strumento scelto. Che si tratti di azioni, bond, fondi o depositi bancari, poco importa: dall’imposta di bollo (o mini-patrimoniale) non si scappa.

Andrea Telara

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