Lunedì 29 Aprile 2024

"Puntiamo sugli Usa. Ci sorprenderanno"

ELEZIONI, timori di recessione, politiche monetarie delle banche centrali. Sono i fattori che probabilmente condizioneranno i mercati finanziari nel 2024...

ELEZIONI, timori di recessione, politiche monetarie delle banche centrali. Sono i fattori che probabilmente condizioneranno i mercati finanziari nel 2024 secondo Karin Kunrath, responsabile degli investimenti della casa di gestione del risparmio Raiffeisen Capital Management. "Per certi aspetti, il 2024 non è un anno come gli altri", dice Kunrath, "anche per le numerose scelte da fare a livello politico". La manager fa notare infatti che il 2024 sarà un anno di elezioni. Nel mondo ci saranno 76 appuntamenti con le urne, alcuni dei quali (come le presidenziali statunitensi), sono altamente significativi anche per i mercati, soprattutto perché la scelta degli elettori potrebbe essere seguita da cambiamenti importanti in termini di geopolitica e di politica economica. Numerose le incognite anche sul fronte macroeconomico. "La possibilità che si vada incontro a una recessione globale è ancora in sospeso", dice ancora Kunrath, che aggiunge: "anche in questo caso, molto dipende dall’andamento dell’economia negli Stati Uniti che, a differenza del resto del mondo, tende a sorprendere in positivo".

Contrariamente ad alcune previsioni, per esempio, il mercato del lavoro americano e i consumi privati d’oltreoceano hanno finora mantenuto un tasso di crescita, soprattutto nel settore dei servizi. Per quanto riguarda il comparto azionario, Kunrath, tratteggia un quadro meno critico del previsto. "Nelle ultime settimane i mercati azionari internazionali si sono rafforzati notevolmente", dice sottolineando alcuni aspetti: oltre ai dati economici complessivamente migliori del previsto (soprattutto negli Stati Uniti), c’è stato un calo significativo dei rendimenti delle obbligazioni, mentre si sono affievolite le speranze di un taglio dei tassi d’interesse.

Questo mix di fattori ha fornito una spinta ai mercati. "Nei paesi sviluppati gli utili societari continuano a registrare buoni risultati", continua Kunrat, "mentre nei mercati emergenti l’attenzione si è nuovamente concentrata sull’andamento dei listini cinesi", dove si è verificata un’ondata di vendite. Quest’ultima è stata innescata da ulteriori notizie negative sull’economia di Pechino, unite alle politiche ostili agli investitori del governo cinese. "Tuttavia", conclude Kunrath, "forse proprio per questo motivo, la valutazione fondamentale del mercato azionario cinese oggi è già piuttosto interessante in un ottica di lungo periodo".

a. t.

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