Giovedì 2 Maggio 2024

India e Taiwan: gli emergenti su cui puntare

NELLA SCELTA di investire nel 2024 ancora sui mercati azionari, in un’ottica di diversificazione non andrebbero trascurati i mercati emergenti...

India e Taiwan: gli emergenti su cui puntare

India e Taiwan: gli emergenti su cui puntare

NELLA SCELTA di investire nel 2024 ancora sui mercati azionari, in un’ottica di diversificazione non andrebbero trascurati i mercati emergenti favoriti dalla prevista discesa dei tassi americani e tra questi, in particolare, guardare a India e Taiwan. "Siamo più ottimisti riguardo alle prospettive dei titoli azionari emergenti – spiega Paulo Salazar (nella foto), Head of Emerging Markets Equities di Candriam – poiché molti dei fattori sfavorevoli che hanno caratterizzato lo scorso anno hanno iniziato ad attenuarsi. Tassi più elevati negli Stati Uniti e il conseguente apprezzamento del dollaro hanno pesato sui rendimenti delle azioni emergenti negli ultimi due anni. Il possibile picco dei tassi statunitensi e un contesto di politica monetaria più accomodante dovrebbero sostenere i rendimenti dei mercati emergenti. Questo impulso potrebbe rivelarsi ancora più pronunciato per il settore growth e i fattori ESG".

Da una prospettiva regionale, i mercati emergenti ex-Cina hanno mostrato una forte capacità di tenuta, resistendo alla debolezza derivante dal rallentamento dell’economia cinese e trasformando le sfide in opportunità, grazie alla riorganizzazione delle supply chain e all’intelligenza artificiale, che sta accelerando la ripresa dei produttori di hardware tecnologici e semiconduttori. Per quel che riguarda, invece, la Cina, occorre maggiore cautela, poiché la strada della ripresa sembra essere un processo lento e graduale, favorito da specifici interventi di sostegno monetario e fiscale, che hanno obiettivi a lungo termine di riduzione della disparità di reddito, protezione dei dati e benefici per la società. "In linea con le nostre prospettive strategiche – sottolinea Paulo Salazar - continueremo a mantenere una posizione lievemente difensiva e bilanciata, in attesa di ulteriori conferme sul fatto che i tassi d’interesse hanno ormai raggiunto il loro picco e che la ripresa economica cinese stia prendendo slancio, contribuendo alla crescita differenziale dei mercati emergenti.

In particolare, analizzando nello specifico i singoli mercati emergenti, l’analisi di Candriam guarda con interesse all’India, sovrappesata per questo nei portafogli. Secondo le proiezioni, la crescita reale del Pil indiano dovrebbe del resto attestarsi al 6-7% e tra le maggiori economie del mondo, l’India sarebbe quella in più rapida crescita. Questa espansione è sostenuta da favorevoli tendenze demografiche. Sfruttando il clima geopolitico, l’India si posiziona come concorrente della Cina, stringendo alleanze internazionali e attirando investitori stranieri. Un altro vantaggio è rappresentato dalla crescita della base di investitori nazionali.

Sovrappesato è anche l’investimento in Taiwan. Le migliori prospettive per il settore tecnologico, in particolare per i semiconduttori, segnalano il raggiungimento della fine del ciclo. Opportunità tematiche come l’Intelligenza Artificiale si prefigurano come un ulteriore supporto alla crescita. Neutrale con una tendenza a un leggero sottopeso è invece la strategia d’investimento verso la Cina dove, per Salazar "persistono ostacoli macroeconomici, tra cui il PMI in contrazione, la crisi del settore immobiliare, la bassa fiducia dei consumatori e pressioni geopolitiche. È probabile che il governo fornisca un maggiore sostegno fiscale e monetario, ma la crescita probabilmente sarà inferiore ai livelli pre-pandemia. La sovraperformance della Cina sarà infine più tattica".

Infine aspettative positive per i mercati emergenti latino-americani. Una delle regioni, conclude l’Head of Emerging Markets Equities di Candriam con le migliori performance nel 2023 e verso il quale "manteniamo un posizionamento in sovrappeso. Per quanto riguarda il Messico, stiamo monitorando attentamente l’andamento del Paese, considerando la potenziale decelerazione dell’economia statunitense; infatti, il Messico è attualmente il principale partner commerciale degli Stati Uniti. Il Brasile invece è già entrato in un ciclo di allentamento, con una crescita del Pil superiore alle attese e un contesto politico favorevole".

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