Sabato 27 Luglio 2024

Fisso, variabile o misto. Torna la voglia di bond

OBBLIGAZIONI in dollari, in euro, a interessi fissi o variabili oppure a tasso misto. Con il rialzo del costo del...

Fisso, variabile o misto. Torna la voglia di bond

Fisso, variabile o misto. Torna la voglia di bond

OBBLIGAZIONI in dollari, in euro, a interessi fissi o variabili oppure a tasso misto. Con il rialzo del costo del denaro, è diventata molto ricca l’offerta di bond da parte delle banche, che ben conoscono il tradizionale amore dei risparmiatori italiani per i titoli a reddito fisso. Uno degli ultimi emittenti a muoversi, in ordine di tempo, è stata la casa d’affari statunitense Goldman Sachs che il 19 aprile scorso ha lanciato sul Mot (il mercato obbligazionario telematico di Piazza Affari) due obbligazioni denominate in dollari e destinate a quegli investitori che vogliono puntare sulla valuta statunitense per diversificare il portafoglio. Il primo titolo ha una scadenza a 10 anni (19 aprile 2034) e offre un interesse fisso lordo pari al 5,3%, corrispondente al 3,9% circa al netto delle imposte. Il che significa, tradotto in cifre, che un capitale di 100mila dollari investito in queste obbligazioni frutta ogni anno 3.900 dollari circa di interessi netti. Più alto è invece il rendimento della seconda categoria di obbligazioni emesse da Goldman Sachs, che hanno una durata 10 anni e offrono un interesse del 6,1% lordo annuo, corrispondente a poco più del 4,5% netto.

Si tratta però di bond con una particolarità: sono titoli callable, cioè possono essere rimborsati dalla banca, a sua discrezione, molto in anticipo rispetto alla scadenza decennale prevista. In questo caso il risparmiatore ottiene indietro il capitale investito ma riceve gli interessi per un periodo di tempo molto più limitato rispetto a quello previsto inizialmente. Essendo denominate in dollari, le obbligazioni di Goldman Sachs espongono chi le acquista al rischio di cambio. Se la divisa americana si deprezzerà rispetto all’euro nei prossimi mesi e anni, diminuirà anche il valore degli interessi incassati e del capitale investito nei titoli. Viceversa, se la moneta d’oltreoceano si apprezzerà nei confronti di quella europea, allora i rendimenti e il valore di rimborso dei bond avrà un incremento rispetto a oggi.

Nelle scorse settimane, un’altra grande banca ha collocato nuove obbligazioni sul mercato, che e sono a tasso misto e sono acquistabili versando un capitale minimo di 10mila euro (sui mercati Mot e Bond.X). Stiamo parlando di UniCredit che ha emesso un bond con una scadenza lunga, 13 anni, e un interesse di partenza alto: il 9,4% lordo annuo, che corrisponde al 7,14% netto. Le cedole così elevate vengono pagate però soltanto nei primi due anni successivi all’emissione. Dal terzo anno in poi, gli interessi sono infatti indicizzati all’Euribor a 3 mesi, il tasso sui prestiti interbancari europei che di solito si muove in linea con il costo del denaro nel Vecchio Continente. Dunque, conti alla mano, una somma di 100mila euro investita in queste obbligazioni corrisponde a più di 7mila euro all’anno per i primi 24 mesi. Poi, però, i rendimenti non sono più certi e dipendono appunto dall’andamento dell’Euribor, anche se non potranno mai andare sotto lo zero né potranno mai oltrepassare il 9,4% lordo.

Novità in arrivo anche sul fronte dei titoli di Stato. Dal 6 al 10 maggio (salvo chiusura anticipata dell’offerta) ci sarà una nuova emissione del Btp Valore, il Buono del Tesoro che offre interessi periodici crescenti nel tempo. I rendimenti non sono ancora noti e verranno comunicati in prossimità dell’emissione ma si sa già che i possessori del titolo riceveranno un bonus dell’0,8% sul capitale investito, qualora mantengano il Btp nel portafoglio fino alla data di scadenza. Il Btp Valore è acquistabile esclusivamente dai risparmiatori privati sul Mot, senza l’applicazione di commissioni per chi lo compra nella fase di emissione.