Venerdì 26 Luglio 2024
ANTONIO TROISE
Economia

Ex Ilva, prestito ponte da 320 milioni: "Già nel 2024 entreranno i privati"

Il governo dovrà avere il placet della commissione Ue. Oggi il ministro Urso ne parla col vicepresidente Vestager

Ex Ilva, prestito ponte da 320 milioni: "Già nel 2024 entreranno i privati"

Ex Ilva, prestito ponte da 320 milioni: "Già nel 2024 entreranno i privati"

Il governo accelera sull’ex Ilva. Già oggi il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, volerà a Copenaghen per incontrare il vicepresidente della commissione Ue, Vestager, e avviare il confronto sul prestito-ponte da 320 milioni di euro. Soldi indispensabili per assicurare la continuità produttiva dello stabilimento. Già da qualche giorno, infatti, le navi che traportano le materie prime indispensabili per far funzionare gli impianti sono ferme nel porto di Taranto in attesa dei pagamenti. Per fare cassa, il governo ha già chiesto ad alcune imprese clienti di pagare in anticipo le fatture. Ha già dato la sua disponibilità il gruppo Marcegaglia. Ma Urso, che martedì sarà a Taranto, si augura che anche altre aziende seguano l’esempio.

Il prestito-ponte, oltre a dover essere emesso a condizioni di mercato, andrà anche restituito nei tempi che il governo definirà con Bruxelles, per evitare di incorrere nella rete degli aiuti di Stato. Per questo sarà fondamentale sostituire il gruppo franco indiano, Arcelo-Mittal, ormai fuori dalla partita. "In un clima in cui le forze sociali, politiche, sindacali e produttive sono impegnate in maniera coesa, sarà più facile creare le condizioni perché gli investitori privati, con procedure di pubblica evidenza, possano acquisire gli impianti. Questo accadrà entro quest’anno", assicura il ministro. Il modello, come annunciato dalla premier Giorgia Meloni, è quello già seguito per il salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, con l’intervento dello Stato che sarà poi ripagato dal graduale ingresso di soci privati. In pista, oltre alla stessa Marceglia, ci sono la Duferco di Gozzi, Arvi e Metinvest.

Ma in questi giorni, fanno sapere dal dicastero del Made In Italy, sono arrivate anche proposte di importanti multinazionali straniere. Prima dell’estate, poi, sarà messo a punto un vero e proprio piano siderurgico nazionale. "Il primo tassello sarà formato dalle acciaierie del Nord, all’avanguardia in Europa e il più grande polo green d’Europa per sostenibilità ambientale – ha spiegato Urso – il secondo è quello di Terni, per cui entro poche settimane definiremo l’accordo di programma per rilanciarlo; il terzo polo è quello di Piombino dove ci sono operai in cassa integrazione da 9 anni ma dove abbiamo firmato un Memorandun con Metinvest per 2,3 miliardi di investimenti di tecnologia green". Il quarto polo – ha concluso Urso – è quello dell’ex Ilva che riguarda non solo Taranto ma anche Genova, Novi Ligure, Racconigi.

Intanto, in Commissione Industria del Senato, il relatore di maggioranza ha presentato un emendamento per disciplinare l’amministrazione straordinaria affidata al neocommissario Giancarlo Quaranta. Il provvedimento consentirà l’accesso alle imprese dichiarate insolventi "qualora presentino concrete prospettive di recupero dell’equilibrio economico delle attività imprenditoriali".