Credit Suisse, piano monstre per salvarla. E gli Usa ora tremano con First Republic Bank

Prestito salvagente da oltre 50 miliardi di euro dalla Banca Nazionale Svizzera. Undici istituti in campo per evitare il crac della First Republic Bank

In soccorso della Credit Suisse arriva la Banca Nazionale Svizzera, ossia la Swiss Central Bank, ha lanciato un prestito salvagente di 50 miliardi di franchi svizzeri, pari 50,6 miliardi di euro, per sterilizzare il crollo ed evitare un ulteriore contagio. Al contempo l’istituto ha avviato il riacquisto di tre miliardi di propri bond, approfittando del calo che hanno registrato sui mercati per ridurre la spesa per interessi. La mossa ha avuto un effetto immediato sulla Borsa di Zurigo, dove il titolo ieri è partito a razzo con un balzo record del 40% per poi concludere la seduta in crescita del 19% a 2,02 franchi, recuperando parte di quanto bruciato nella drammatica seduta di mercoledì, pesata sull'istituto di credito con un -24%.

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Undici banche e 30 miliardi per salvare la First Republic Bank

Intanto negli Usa undici banche statunitensi hanno accettato di contribuire con un totale di 30 miliardi di dollari in depositi al salvataggio di First Republic Bank, il terzo istituto in ordine di dissesto dopo Silicon Valley Bank e Signature Bank.

A questa “iniezione di liquidità” secondo quanto riferito dai media americani, potrebbero aver contribuito, tra le altre banche, anche Jp Morgan, Citigroup, Bank of America, Wells Fargo, Morgan Stanley, Us Bancorp, Pnc, Truist Financial Services. Grazie a questa manovra, il titolo è riemerso dagli abissi di Wall Street, dove era arrivato a perdere il 36%: salito fin del 10% è stato poi sospeso dalle contrattazioni.

“Questa azione da parte delle maggiori banche americane riflette la loro fiducia nella First Republic e nelle banche di tutte le dimensioni e dimostra il loro impegno generale ad aiutare le banche a servire i loro clienti e le loro comunità”, si legge in un comunicato congiunto firmato da Dipartimento del Tesoro, Federal Reserve, Federal Deposit Insurance Corporation e Office of the Comptroller of the Currency.

Europa: l’allerta non si placa

Intanto nel Vecchio Continente il vicepresidente della Bce Luis De Guindos, ha fatto sapere che l'esposizione delle banche europee verso Credit Suisse è «limitata e non c'è concentrazione» e che l'Eurotower ha gli strumenti per fornire liquidità «nel caso servissero». Ma l'allerta resta comunque alta. Il consiglio federale svizzero, l'organo esecutivo del governo, ha convocato una riunione straordinaria per fare il punto sulla situazione.

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