
Confimprese, la rivincita dei negozi: "In sei mesi sono 2.160 in più"
Nonostante il calo dei consumi dello 0,8% nei primi 5 mesi dell’anno e l’incertezza dello scenario internazionale, si stimano 5.580 nuovi negozi entro la fine del 2024 pari a una crescita del +6,6%, di cui 3.240 nel II semestre con una ricaduta occupazionale di 33.264 nuovi addetti su base annua. Ma serve una nuova disciplina per le vendite on line per equiparare i due canali di vendita. Il trend di chiusura di punti vendita nel 2024 dovrebbe risultare intorno al 2% e le cause sono legate all’eccessiva onerosità delle location e agli interventi di razionalizzazione della rete distributiva (65%). A dirlo sono i dati del Centro studi Confimprese (oltre 450 brand commerciali, 90mila punti vendita, 800mila addetti) in collaborazione con Global Strategy, che evidenza come nel primo semestre del 2024 vi sono stati 2.160 nuovi punti vendita aperti e con un trend in crescita anche per la seconda metà dell’anno.
Dall’analisi dei dati, che sono stati presentati ieri a Stresa durante l’annuale Retail Summit organizzato da Confimprese in collaborazione con Jakala e The Innovation Group sull’universo retail, appare che i retailer dimostrino maggiori dinamicità e ottimismo verso il semestre che si è aperto in luglio con una stima di 3.240 nuovi punti vendita, equamente distribuiti tra diretti e in franchising, con una spinta maggiore nella ristorazione.
"Nonostante le tensioni internazionali e le dinamiche macroeconomiche il 2024 dovrebbe essere un anno positivo per le reti di punti vendita, trainate dal settore della ristorazione. Tuttavia – ha spiegato Mario Resca, presidente Confimprese - siamo penalizzati dalla asimmetrie tra off e online. Il mondo del commercio è profondamente cambiato e la riforma del settore è urgente, non è pensabile richiamare e adottare decreti del 1998 o 2001 per le vendite online, quando tale canale era sconosciuto. È necessario che il legislatore riveda l’intero impianto normativo per equiparare i canali di vendita e si renda conto che il retail muove complessivamente 445 miliardi di euro di fatturato ed è il vero motore dell’economia italiana".
Ma ora si apre una nuova partita per il retail: l’applicazione dell’intelligenza artificiale nelle modalità di vendita e nell’organizzazioni dei negozi fisici. Se non si mette al passo, commette un errore strategico che lo condanna alla marginalizzazione.
A dirlo è una ricerca di Jakala sull’intelligenza artificiale, che "conferma che il settore retail ha ancora un ampio margine di miglioramento per sfruttare il potenziale dei dati per definire politiche di offerta e di pricing", come sottolinea Marco Di Dio Roccazzella, general manager Jakala, a margine dell’annuale Retail Summit. L’AI generativa è una grande opportunità. Bisogna, tuttavia, lavorare per evitare che amplifichi il gap tra le grandi organizzazioni in grado di investire e trovare competenze per gli operatori medi e piccoli.