Martedì 16 Aprile 2024

Certificati per i trader Una questione di leva

La dispensa curata da Pierpaolo Scandurra per Youfinance.it

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«Certificati a leva per trading o per la copertura di portafoglio, come scegliere lo strumento migliore». È il titolo della dispensa scaricabile e consultabile gratuitamente da oggi per la seconda settimana del percorso formativo Investi Bene-Youfinance.it (www.youfinance.it) organizzato da Traderlink e Qn Economia e Lavoro. Con la sua grande esperienza di strumenti e mercati finanziari, il curatore della dispensa, Pierpaolo Scandurra (nella foto), managing director di Certificati e derivati, direttore scientifico del Certificate Journal e autore del libro «Come investire con i certificati», guida a trader e investitori che partecipano a YouFinance.it nel mondo di una specifica categoria di certificati, quelli a leva.

Arrivati in Italia nei primi anni Duemila, nel corso degli ultimi 4-5 anni i certificati hann preso sempre più piede all’interno dei portafolgi degli investitori. Ma sono diventati – in particolare quelli a leva – anche uno strumento di operatività dei trader. I certificati a capitale protetto o a capitale condizionatamente protetto (argomenti delle dispense curate da Gabriele Belleli, il cui primo capitolo in generale sui certificati è stato pubblicato da lunedì 3 febbraio) sono maggiormente approcciabili, con gradi diversi di rischio, dal piccolo rispamiatore.

I certificati a capitale non protetto e in particolare quelli con leva finanziaria, spiega Scandurra, si prestano invece più all’operatività dei trader ma anche alla copertura di portafoglio. Quindi possono essere usati per fare trading e quindi operare con oscillazioni importanti del mercato e dei sottostanti. I certificati infatti sono per definizione strumenti derivati e cartolarizzati il cui prezzo «deriva» dalla quotazione di un altro prodotto a cui sono collegati come un’azione o un indice azionario. Ma sono strumenti idonei anche a strategie di copertura di portafoglio e quindi indicati anche agli investitori e non solo i trader. Rispetto ai classici strumenti derivati, infatti, sono dotati di un meccanismo di stop-loss che impedisce di perdere più del capitale investito. Cosa che invece può succede per esempio con i contratti future.

Acquistare un certificato significa comprare una strategia operativa realizzata attraverso le opzioni che, in base a come viene declinata, può assumere una posizione rialzista, ribassista o neutra sul mercato. E strutturando strategie dettagliate, come viene ampiamente spiegato nella dispensa a cura di Pierpaolo Scandurra, un eventuale anche azzeramento del certificato a leva può non essere considerata una tragedia se quell’opzione del certificato è stata inserita all’intero del portafoglio come una copertura per esempio di posizioni rialziste.

L’importante, conclude Scandurra, è conoscere al meglio il funzionamento dei certificati, e quindi in questo caso di quelli a leva finanziaria, di cui sono disponibili sul mercato diverse tipologie con vari tipi di leva applicata a questi strumenti. E ciascuna deve essere calata nell’operatività sia del trading sia del portafoglio di un investitore con strategie di copertura. Ma per farlo bisogna conoscere questi strumenti e tutti gli accorgimenti per sceglierli e utilizzarli.

Quello che viene approfonditamente spiegato nella dispensa «Certificati a leva per trading o per la copertura di portafoglio. Una guida, come la definisce Scandurra, «semplice per una materia che tanto semplice non è».

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