Sabato 4 Maggio 2024

Cefis, il gentiluomo della finanza: "Internazionale prima degli altri"

Dagli inizi con Cuccia alla City di Londra, una carriera con un occhio attento al mondo delle imprese

Cefis, il gentiluomo della finanza: "Internazionale prima degli altri"

Cefis, il gentiluomo della finanza: "Internazionale prima degli altri"

Monrif saluta Giorgio Cefis, storico membro del Consiglio di Amministrazione delle Società del Gruppo, scomparso all’età di 79 anni. Il solido legame di amicizia tra il fondatore Attilio Monti ed Eugenio Cefis ha reso naturale l’ingresso del figlio Giorgio all’interno dei consigli di amministrazione delle società che fanno parte della galassia Monrif, per le quali è stato nel corso di quasi quarant’anni, oltre che un amico, un fedele e un prezioso supporto in tutti i momenti di crescita del Gruppo. "Perdiamo un amico, una persona schietta e sincera, con la quale è sempre stato possibile confrontarsi e trarre preziose indicazioni, grazie alla sua grande esperienza che amava condividere – dichiara Andrea Riffeser Monti, presidente Monrif – Non ci sono mai mancati i suoi consigli e il suo generoso supporto, soprattutto nei momenti difficili".

Oltre al cognome importante, il suo biglietto da visita era l’approccio molto internazionale che gli era riconosciuto già negli anni Ottanta. D’altronde Giorgio Cefis aveva dovuto misurarsi con la materia economico-finanziaria da giovanissimo, trovandosi da subito a giocare in serie A. Nato a Lesa (Novara) nel 1944, laurea in Economia e Commercio all’Università Bocconi di Milano, inizia la sua carriera professionale nel 1964 in Siemens Elettra. Ma quasi nello stesso periodo comincia a lavorare in Mediobanca, dove resterà per dieci anni, nella segreteria dell’amministratore delegato Enrico Cuccia. Di fatto, una scuola di formazione invidiabile e, insieme, un osservatorio privilegiato sul mondo finanziario e su quello industriale dell’Italia del boom economico.

"La segreteria di Cuccia è sempre stata il crocevia di tutte le grandi operazioni di politica industriale del Paese", osserva Giorgio La Malfa, anche lui assunto giovanissimo in via Filodrammatici e oggi direttore scientifico dell’Archivio storico “Vincenzo Maranghi”. "Sui tavoli della segreteria, dove Cefis lavorava insieme a Maranghi, a cui era legato da grande amicizia, passavano le carte riservate con gli appunti che Cuccia, nel chiuso del suo ufficio, vergava occupandosi personalmente di ogni dossier. E spesso era proprio Cefis a dover lavorare sulle analisi che Cuccia aveva stilato".

Non è poco, considerato che quelli sono gli anni in cui Mediobanca consolida una posizione di predominio nelle operazioni di riorganizzazione delle grandi imprese. E che, specie con la scalata dell’Eni alla Montedison, assume un ruolo ancor più fondamentale nella chimica. Cefis si trova a misurarsi con Cuccia anche una volta passato in Morgan Grenfell.

Entrato nella banca d’affari inglese, a Londra vive accanto a Francesco Micheli, genio della finanza italiana, anche lui nel cda della Morgan Grenfell. "Insieme abbiamo condotto in porto la cessione della Ras Assicurazione, ai tempi seconda compagnia italiana, al gruppo tedesco Allianz – ricorda Micheli – Un’operazione da circa mille miliardi di lire che, oltre a segnare il record nelle transazioni di mergers & acquisitions in Italia, fece quadruplicare il titolo in Borsa". Tra i protagonisti dell’operazione, anche Flavio Valeri, oggi presidente di Lazard in Italia e di Gardant. "Era la prima volta che un grande istituto internazionale comprava una realtà così profondamente italiana – racconta – Cefis aveva una competenza di finanza internazionale ante-litteram. Per quel periodo era avanti vent’anni rispetto al Paese: sia dal punto di vista finanziario che per la sua apertura mentale. Non a caso è stato tra i primi a sviluppare l’export finance".

Con base a Milano, nella settecentesca dimora di Palazzo Belgioioso, e un buen ritiro a Malindi per il tempo libero, nel 1990 Cefis assume l’incarico di vicepresidente esecutivo di Premafin Finanziaria e, quattro anni dopo, diventa presidente di Santavaleria Finanziaria e, nel 1996, ad in Gim Generale Industrie Metallurgiche Spa e in Smi Società Metallurgica Italiana Spa, dove è anche direttore generale.

"Ha gestito situazioni delicate e passaggi importanti proprio grazie al rapporto che ha sempre mantenuto con Mediobanca, dalla quale fu designato presidente di Burgo Group", precisa Riccardo Riccardi, banchiere di lungo corso, per molti anni in Gemina e padre del factoring in Italia. "In veste di ad di Gemina Servizi Finanziari ho fondato Burgo Factor; sedevamo entrambi nel cda, da lui presieduto. Con grande signorilità e simpatia, faceva gli onori di casa invitandoci a colazione al termine delle riunioni consiliari che gestiva con autorevolezza e competenza".

Più recentemente, l’incarico di consigliere di Allianz Bank, sotto la presidenza dell’economista Marcello Messori. "Il fatto di avere un piede nella finanza e un altro nell’industria – racconta Messori – gli consentiva di essere penetrante come pochi nell’analisi dei bilanci e in quella dei fidi. Posizione particolare, questa, in una banca che non ha una vocazione prettamente commerciale. Se un fido passava, difficilmente gli altri consiglieri palesavano perplessità".

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