Martedì 30 Aprile 2024

Capotavola è dove si siede lui

Mario Draghi affronta le sfide dell'Europa moderna, puntando sull'urgenza dell'azione e sulla competizione globale, specialmente nell'Intelligenza Artificiale. La sua leadership è cruciale per il futuro dell'Unione Europea.

Giacomin

Mario Draghi si muove nel solco della tradizione, ma mette a fuoco due discontinuità. La prima: non abbiamo il lusso del tempo. Le cose si fanno con chi ci sta. Ad esempio per l’Unione dei mercati dei capitali, per mobilitare gli investimenti. In sostanza, un’Europa a due velocità è preferibile a un’Europa ferma e destinata, come la bici di Jean Monnett, a cadere. La seconda: distratti dalla libera concorrenza nel mercato interno, non abbiamo visto arrivare i concorrenti esterni. Cina e Usa in testa. Competere con questi colossi è questione anche di dimensioni. Servono masse di manovra impensabili per un singolo Stato. Mai come oggi grandezza delle imprese, investimenti pubblici e privati, ricerca e risorse energetichei sono fattori così intrecciati da impattare direttamente sulla fortezza d’Europa: la manifattura. Impietosi i numeri. Basti, l’Intelligenza artificiale. Secondo l’economista Alec Ross "nel 2024 si stimano 130 miliardi di dollari investiti in Intelligenza artificiale, 100 vengono da Cina e Stati Uniti, gli altri 30 vengono dagli altri Paesi". Secondo l’Ai Index 2024 dell’Università di Stanford – uscito qualche giorno fa – nel 2022 dalla Cina sono arrivate oltre 80mila domande di brevetti legate all’Ai (35mila concessi) contro i 15mila statunitensi (12mila concessi) e i 2.100 di Europa e Regno Unito (1.170 concessi). In compenso siamo competitivi sulle normative: negli Stati Uniti nel 2023 si sono registrati 25 regolamenti dell’Intelligenza artificiale, l’Europa nello stesso periodo ne ha emanati 32. Negli States ci sbeffeggiano: “l’America inventa, la Cina copia, l’Europa regola“. Sulla competitività l’Ue si gioca anche il Dna: lo Stato sociale. Con attitudine da padre fondatore, Draghi indica una via. come nel 1985, a Milano, fece Jacques Delors con il primo Libro Bianco. La campagna elettorale parla d’altro. Pensa a dove Draghi si piazzerà. Dimenticando che, quanto ad autorevolezza, capotavola è dove si siede lui.

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