Sabato 27 Luglio 2024
BRUNO
Economia

Auto cinesi con il cuore e la testa italiani

L'industria automobilistica italiana affronta una crisi di identità, con la produzione basata sulla componentistica a basso valore aggiunto. La proposta di coinvolgere la Cina nella produzione di auto elettriche solleva dubbi su dazi, filiera e occupazione. Si suggerisce un accordo societario a capitale misto per valorizzare l'expertise italiana nel settore.

Villois

Il tema dell’inquinamento, di cui si ritiene massimo responsabile l’automotive per trasporto persone e merci, ci fa fare l’occhiolino alla Cina perché venga a produrre auto elettriche da noi. Purtroppo la nostra storica produzione dell’auto è in grave crisi di identità, essendo ormai basata sulla componentistica, di medio-basso valore aggiunto. Sono comunque ancora oltre mezzo milione gli occupati del comparto e l’incidenza sul Pil supera il 9%. Oggi c’è bisogno di una forte dose di ricostituenti, visto che l’ex Fiat, oggi assorbita in Stellantis, produce auto e utilizza la filiera della componentistica in Italia con il contagocce, pagando i fornitori non certo a livello stellare. Trovare il ricostituente negli insediamenti di produzioni di auto cinesi è però un azzardo per almeno tre aspetti: azzeramento dei dazi, che la Cina ci impone tra il 15 e il 20% per ogni prodotto che esportiamo a loro, auto comprese; rischio filiera, essendo la loro meno costosa della nostra, più moderna ed efficiente e maggiormente produttiva; ricadute sull’occupazione molto limitata.

Diverso sarebbe se la progettualità delle auto fosse italiana, visto che sono molte migliaia gli ingegneri italiani specializzati in automotive, inoltre si dovrebbe definire un accordo societario a capitale misto, ma a maggioranza italiana, che preveda un insediamento tecnologico cinese, una forza lavoro italiana, una strategia industriale concepita per esportare auto in ogni dove. Il primo problema sarebbe trovare gli investitori a capitale italiano, i quali per rafforzare il valore dell’operazione meglio sarebbe se provenissero dall’industry dell’automotive.