Venerdì 4 Ottobre 2024
ANDREA BONZI
Cronaca

Zaki ringrazia la sua Bologna "Adesso giustizia per Regeni" Migliaia in piazza a festeggiarlo

Lo studente egiziano torna nella città in cui ha studiato. Il rettore gli consegna la pergamena della laurea "Voglio vivere qui con la mia fidanzata". Cori da stadio per la sua liberazione, in prima fila Schlein.

Zaki ringrazia la sua Bologna  "Adesso giustizia per Regeni"  Migliaia in piazza a festeggiarlo

Zaki ringrazia la sua Bologna "Adesso giustizia per Regeni" Migliaia in piazza a festeggiarlo

di Andrea Bonzi

"È il giorno più bello della mia vita". Patrick Zaki è finalmente in Italia. Viene salutato da un applauso liberatorio. Sorridente, un po’ stanco per il lungo viaggio dall’Egitto che sancisce, dopo oltre tre anni, la sua ritrovata libertà. Ad attenderlo, a Milano, dove è atterrato verso le 17, il rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari, e la professoressa Rita Monticelli, che non hanno mai smesso di credere al lieto fine per il suo calvario giudiziario. Poi, via, verso Bologna, dove è stato portato nella sede dell’Università più antica del mondo.

Lì, la consegna della pergamena di laurea – un Master sugli studi di genere – già conseguita online dal ricercatore 32enne. Anche il ritorno nella ‘sua’ Bologna, però, è stato contrassegnato dalle polemiche, per il rifiuto di servirsi del volo di Stato offerto dal governo italiano. Un gesto che la maggioranza ha bollato come segno di irriconoscenza, ma che l’attivista rivendica come scelta di indipendenza.

Zaki ieri ha ribadito il suo "grazie al governo italiano e a Giorgia Meloni per l’impegno negli ultimi giorni. Ho veramente apprezzato tutto quello che hanno fatto". Nelle stesse ore, la premier ringraziava Al-Sisi per la liberazione dello studente. "Sono libero grazie a Bologna e la sua gente", ha poi affermato in ateneo, dopo che il rettore lo aveva esortato a mantenere il suo spirito indipendente, "senza farti mai tirare per la giacchetta". I flash dei fotografi sono continui. Patrick legge prima uno scritto in cui ringrazia la città e i bolognesi. E rivendica: "Ora la mia è una libertà piena, non parziale, è un mio diritto. Non voglio perderlo e lotterò per questo come ho fatto dal primo giorno". Poi risponde ad alcune domande: "Essere qui è un sogno che si avvera, non ho parole per descrivere cosa provo". Un pensiero ai genitori di Giulio Regeni ("Per lui chiedo giustizia") – "La vicenda non è archiviata", gli fa eco Meloni – e a tutti gli attivisti che sono oppressi o detenuti. "Continuerò il mio impegno per i diritti umani", dice. Quindi, l’annuncio: dopo il matrimonio con la sua fidanzata, tra poche settimane, intende stabilirsi sotto le Due Torri. "Vi appartengo", dice.

In aula c’è anche il sindaco Matteo Lepore che – dopo il bagno di folla in zona universitaria, tra selfie, studenti e attivisti – lo porta in piazza Maggiore, gremita – in prima fila la segretaria del Pd, Elly Schlein – per la rassegna cinematografica in corso (parte il coro "Patrick, Patrick"). Lo stesso luogo in cui Bologna lo festeggerà, domenica, quando gli sarà consegnata la cittadinanza onoraria. Del resto Bologna "non lascia indietro nessuno", sentenzia il primo cittadino dal palco: in questi tre anni e mezzo, questa città non ha mai fatto scendere l’attenzione mediatica. Senza questa mobilitazione continua, la vicenda avrebbe potuto avere un epilogo più tragico. Per Zaki finisce un’odissea giudiziaria iniziata il 7 febbraio 2020, quando viene arrestato all’aeroporto del Cairo. Per Zaki – che sarebbe stato anche torturato – inizia un ‘balletto’ di rinvii che prosegue quando, nel dicembre 2021, viene liberato (ma non assolto). A sorpresa, il 18 luglio, finisce condannato a tre anni per "diffusione di notizie false". Dopo 24 ore, il colpo di scena: la grazia di Al-Sisi. Ora Zaki può iniziare un nuovo capitolo della sua vita. Da uomo libero.