Mercoledì 1 Maggio 2024

Soffocò il figlio di 3 anni e uccise la propria madre, la Cassazione: condanna definitiva a 27 anni

Genova: il caso di Giulia Stanganini, in primo grado le era stato inflitto l’ergastolo perché ritenuta capace d’intendere. In appello la sentenza ha ridotto la pena riconoscendole un disturbo schizofrenico

Una veduta esterna della sede della Corte di Cassazione a Roma (Ansa)

Una veduta esterna della sede della Corte di Cassazione a Roma (Ansa)

Genova, 18 aprile 2024 – Dovrà scontare 27 anni di carcere Giulia Stanganini, condannata per aver soffocato il figlio di tre anni nel novembre 2019 e per l'omicidio della madre Loredana Stuppazzoni della quale poi smembrò e nascose il corpo. La Cassazione ha confermato la sentenza d'appello, che ha dichiarato la donna seminferma e ridotto così la sentenza di primo grado che le aveva inflitto l'ergastolo riconoscendola capace d'intendere.

In fase di indagini preliminari Stanganini venne sottoposta a due perizie: l'ultima concluse che la donna era capace di intendere e volere al momento degli omicidi e parzialmente inferma quando fece a pezzi la madre. All’inizio del processo di secondo grado era stata disposta una nuova consulenza che ha stabilito un disturbo di personalità di tipo schizotipico oltre a un lieve deficit mentale.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il bimbo fu soffocato con un cuscino perché la donna non ne sopportava il pianto. Nell'ordinanza di custodia cautelare il gip Riccardo Ghio, era "inadeguata" rispetto ai compiti della maternità. La nonna del piccolo aveva capito che la figlia lo aveva ucciso e aveva iniziato ad accusarla del delitto, così il 24 aprile 2020 – in pieno lockdown – Stanganini ammazzò la mamma per poi recarsi in questura raccontando agli agenti di aver fatto a pezzi il corpo dopo averla trovata morta - a suo dire - suicida, impiccata in casa.