Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Gran parte dell’Italia ha fatto i conti con un’intensa perturbazione che ha colpito nelle ultime ore soprattutto la Toscana, ma che non ha risparmiato Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, dopo aver interessato, con effetti localmente devastanti, la Liguria. E oggi allerta rossa in gran parte del nord-est. Oltre 350 interventi di soccorso dei vigili del fuoco in meno di 24 ore per l’ondata di maltempo che ha colpito Toscana, Liguria ed Emilia Romagna. Il Po ha allagato a Torino una parte del lungo fiume dei Murazzi e, date le abbondanti precipitazioni attese, la zona è stata chiuse dalla serata di ieri. In Toscana il presidente Eugenio Giani ha dichiarato lo stato di calamità regionale, chiedendo che il governo attivi anche lo stato di calamità nazionale. Il maltempo si è caratterizzato per precipitazioni abbondanti, tra i 150 e i 200 millimetri (15-200 litri per metro quadrato) concentrate in poche ore e su aree ben delimitate. Ciò che spesso viene sottovalutato è l’onda d’urto dell’acqua: un metro cubo pesa una tonnellata e anche un piccolo torrente può raggiungere la portata di decine di metri cubi al secondo, decine di tonnellate che possono facilmente travolgere auto e persone.
La prima a essere colpita è stata la provincia di Siena, con i disagi maggiori che si sono concentrati soprattutto fra il capoluogo e Sovicille. La stazione della città del Palio si è allagata a causa del temporale abbattutosi sul Senese e solo oggi potrà riprendere il traffico ferroviario. Allagamenti e tracimazione di corsi d’acqua anche nella Valdelsa, Certaldo e Castelfiorentino con persone evacuate. In provincia di Pisa, la zona del Comune di Montecatini Val di Cecina, dove lo scorso 23 settembre erano morti due turisti tedeschi (un bambino di pochi mesi e la nonna), è stata alluvionata per la terza volta, con strade chiuse e paura. La situazione più grave in provincia di Livorno in val di Cornia. Nella notte il fiume, che ha avuto un’onda di piena mai registrata prima, a 8 metri e 46 centimetri al ponte sull’Aurelia, ha rotto gli argini in più punti. Protetta la cittadina di Venturina dove hanno funzionato le casse di espansione e i lavori di rinforzo degli argini. Ma nelle campagne sono stati allagati 2mila ettari e 27 persone sono state soccorse nella notte dai mezzi anfibi dei vigili del fuoco che hanno raggiunto le abitazioni rimaste isolate dall’acqua, pesanti i danni all’agricoltura e alle attività anche se, grazie alla prevenzione e al lavoro della protezione civile comunale e dei soccorritori, non ci sono stati danni a persone.
Nella tarda mattinata anche la val di Cecina è stata interessata da una piena record, mai vista prima. Il fiume ha raggiunto 11 metri e 15 centimetri di altezza (il record precedente era di 9 metri e 30) al ponte della Steccaia, che è stato lambito dalle acque e chiuso. Chiuso per precauzione anche il ponte della superstrada a Cecina con conseguente intasamento della viabilità locale. Il fiume Cecina ha rotto parzialmente un argine nell’ultimo tratto allagando le campagne e alcuni campeggi in direzione Vada. Protetti dall’argine più alto e rinforzato gli abitati di Marina di Cecina e di San Pietro in Palazzi, dove comunque le acque hanno invaso le aree golenali lambendo le abitazioni. Chiuse molte strade secondarie. E non è finita, perché oggi si prevedono altre piogge, anche sul sud Italia.