Martedì 15 Ottobre 2024

Sterminate le api di Lollobrigida: alveare sul tetto del ministero attaccato da vespe e calabroni

Al rientro dalle ferie i dipendenti hanno trovato 50mila insetti morti. Le arnie erano state inaugurate dal ministro come “simbolo di operosità”

Il ministro Lollobrigida

Il ministro Lollobrigida

Roma, 10 settembre 2024 – Cinquantamila api sterminate da sciami di vespe orientalis e calabroni. Il fatto di per sé non farebbe notizia se non fosse che l’alveare distrutto è quello del ministro Francesco Lollobrigida che lo aveva fatto sistemare sul tetto del dicastero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf), in via XX Settembre, a Roma, con la finalità di impollinare, biomonitorare e mappare la biodiversità di un ampio quadrante della Capitale.

La scoperta della strage di api, come fa sapere Il Foglio, è stata fatta dai dipendenti al rientro dalle ferie. Gli impiegati si sarebbero trovati davanti il triste spettacolo di un tappeto di api morte, mentre intorno alle arnie svolazzavano, satolli e minacciosi, vespe e calabroni. Non si capisce se le api avessero terminato il loro ciclo vitale, però la sorpresa è stata grande, tanto più che l’alveare, composto da tre arnie, era stato inaugurato il 19 maggio dello scorso anno dal ministro Lollobrigida per celebrare la Giornata mondiale delle Api, proclamata dall'Onu nel 2018 e che ricorre ogni 20 maggio. Per Lollobrigida l’alveare rappresentava un simbolo di operosità. "Volevamo che in questo ministero fosse inserito un elemento che fa percepire come la natura ci dia l'esempio –  aveva detto in quell'occasione il ministro –  le api, pur vivendo poco, 30 giorni, a parte l'ape regina che vive 5 anni, producono miele sin dal primo giorno, vivono in comunità, producono cera, sono operose e sentono il senso dell'appartenenza. Tutti elementi che caratterizzano questo insetto come un esempio”.

Quella sul tetto del ministero dell’agricoltura era la prima e più elevata installazione italiana di api in una sede istituzionale nazionale e faceva parte del progetto ApinCittà, ideato e gestito dalla Federazione Apicoltori Italiani, curato dalla Fai, con Confagricoltura.