Spostamenti tra regioni: possibile proroga del divieto. Due strade sul nuovo Dpcm

Si rischia una riapertura non controllata dopo il 15 febbraio. Il vecchio Dpcm scadrà il 5 marzo, il nuovo sarà di competenza del governo Draghi

Giuseppe Conte e Mario Draghi

Giuseppe Conte e Mario Draghi

Roma 9 febbraio 2021 - Dal tutto chiuso al liberi tutti? Deciderà il nuovo governo. È corsa contro il tempo  per trovare una soluzione al venir meno dalla mezzanotte del 15 febbraio del divieto di spostamenti tra regioni, previsto con il decreto legge del 14 gennaio, che stabilisce come "dal 16 gennaio 2021 al 15 febbraio 2021, sull’intero territorio nazionale è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni  di necessià ovvero per motivi di salute". Il termine del divieto è chiaro. Passare da un giorno all’altro da una situazione di confini regionali chiusi a una di apertura totale pare però azzardato sia agli esperti del Cts che a quelli dell’Istituto Superiore di Sanità, che ricordano come le riaperture (o l'annuncio di chiusure) dei confini regionali ha creato nei mesi scorsi mobilità molto negative per il contenimento della pandemia e così hanno riservatamente raccomandato cautela. Ma la crisi di governo complica tutto perchè la scelta avviene in un periodo di passaggio di consegne tra due esecutivi.

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Due strade 

Le opzioni sul tavolo sono due. Oggi è tramontata l'ipotesi di un nuovo decreto fatto dal governo uscente che prorogasse di 7-10 giorni (o magari fino al 5 marzo, quando scadrà anche il Dpcm) il divieto. Se ne è parlato a margine del  Cdm, convocato questa mattina per due leggi regionali, ma l'eventualità è stata scartata.  La prima ipotesi è ora è  un decreto del nuovo governo, se si sarà insediato e avrà avuto al fiducia delle Camere prima di lunedi. La seconda è un decreto del nuovo governo prima ancora di avere la fiducia delle Camere. 

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Governo Conte non interverrà

Il tema è stato all’ordine del giorno del governo uscente, e le opinioni sono piuttosto differenti. Il ministro della Salute Roberto Speranza - sempre improntato alla cautela e al rigore - è preoccupato di lasciare i confini regionali aperti anche solo qualche giorno e ne ha parlato con Giuseppe Conte, che invece era di parere diverso e vorrebbe lasciare l’onere al nuovo governo. Della stessa opinione il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia. "Il 15 febbraio – ha detto  nei giorni scorsi l’esponente Pd  – scade il divieto di mobilità fra Regioni, sarà il nuovo governo a fare una valutazione, sulla base del quadro epidemiologico, sulla mobilità tra le Regioni nelle diverse fasce, anche perché eventuali misure limitative necessitano di un apposito decreto". E così è stato.

Tra l’altro, osservano i suoi, un decreto simile potrebbe essere varato dal nuovo governo anche subito dopo aver giurato, ma senza aver ottenuto la fiducia del Parlamento: accadde proprio al secondo governo Conte, l’attuale, di impugnare una legge regionale poche ore dopo aver giurato nelle mani di Mattarella.

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Impianti sciistici

Certo è che – confini regionali riaperti o no – dopo l’approvazione da parte del Comitato Tecnico scientifico del Protocollo di sicurezza per la messa in moto degli impianti sciistici, tutto è pronto per l’avvio della stagione che scatterà il 15 febbraio nelle regioni "gialle" (esclusa quindi, sull’arco alpino,  la provincia di Bolzano). E il 17 febbraio nella privincia di Trento. Le regole sono restrittive. Ovunque verrà assicurato il rispetto del distanziamento minimo interpersonale di un metro.  Le stazioni che dispongono di tre o più seggiovie saranno aperte al 30% della loro capacità, mentre quelle che hanno una o due seggiovie saranno al 50%. Prima di mettersi in viaggio per raggiungere le località sciistiche, dunque, è opportuno consultare i siti delle stazioni e acquistare in anticipo lo skipass online, in questo modo si eviterà di fare spostamenti a vuoto nel caso gli skipass – che sono contingentati, dato che c’è un tetto giornaliero – fossero esauriti. Molte  regioni – in particolare la Val D’Aosta, il Piemonte,  la Lombardia e il Veneto, oltre alla provincia di Trento e agli esercenti delle funivie, gli operatori alberghieri  e i maestri di sci –  premono perchè il divieto di spostamento tra Regioni venga eliminato il prima possibile. 

Al governo Draghi il nuovo Dpcm

Questo pomeriggio il ministro Boccia ha convocato la Conferenza Stato-Regioni. Si parlerà innanzitutto  di attuazione del piano vaccinale ma si inizierà a discutere anche della scadenza del vecchio Dpcm, fissata per il 5 marzo. È probabile che le regioni mettano nero su bianco alcune richieste, che toccherà poi al nuovo esecuitivo esaminare e tradurre nel nuovo Dpcm che ci porterà a fine aprile: tra i temi fondamentali la riapertura di bar e ristoranti la sera almeno fino alle 22, la fine della chiusura di teatri e cinema, la ripresa dell'attività congressuale,  la fine del coprifuoco (o lo spostamento alla mezzanotte) e la riapertura all'attività amatoriale di palestre, piscine e degli altri impianti sportivi. Le regioni sanno che non potranno ottenere una serie di riaperture su tutti i fronti, ma si attendono maggiore flessibilità e qualche via libera. 

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