Mercoledì 24 Aprile 2024

Silvia Romano, papà Enzo si commuove: "Sono orgoglioso di lei"

L'intervista al padre della cooperante: "Non ha mai voluto diventare un'icona"

Silvia Romano, l'abbraccio con il papà Enzo (Ansa)

Silvia Romano, l'abbraccio con il papà Enzo (Ansa)

Milano, 11 maggio 2020 - Non si può misurare un abbraccio. Ma quello tra Silvia Romano e il padre Enzo, ieri, racchiudeva l’universo.

Un momento prezioso per la vostra famiglia ma anche per tutta l’Italia. Ne sentiva il peso? "Certamente. Io ho riabbracciato mia figlia, e non vedevo l’ora di farlo, ma sentivo, e ho sentito anche nelle ore precedenti, che l’accoglienza era collettiva: delle istituzioni, che ringrazio immensamente per il lavoro e il supporto, e di centinaia di migliaia di persone che come noi attendevano questo ritorno. Silvia in quel momento era la figlia e la sorella d’Italia. Tantissime persone si sono immedesimate in lei e nella nostra famiglia, condividendo la nostra gioia".

Quando vi siete salutati in aeroporto, a un certo punto ha invitato Silvia a togliere lo zaino e a fare un passo indietro, poi si è inchinato. Come mai? "Ho voluto accogliere Silvia come meritava, inchinandomi davanti a una figlia di cui sono orgoglioso".

Che cosa vi siete detti, durante quell’abbraccio? "Parole tra padre e figlia, che resteranno tra noi".

Silvia è stata da molti definita ‘la nostra meglio gioventù’. Che ne pensa?  "Penso che, come lei, ci siano tanti ragazzi che si danno da fare per il prossimo e che sono in prima linea per conquistare il mondo che vorrebbero: un mondo diverso e più giusto. Ma mia figlia non è andata in Africa per diventare un’icona, è partita perché era quello che sentiva nel cuore. Era quello che voleva fare: lavorare per gli altri, mettersi al servizio di persone meno fortunate e aiutarle grazie alle sue capacità e al suo sorriso. Poi si è trovata a diventare un’icona, per ciò che le è capitato. Ma, ripeto, ci sono tanti giovani attivi per il cambiamento. Ora, l’importante è che sia tornata da noi sana e salva".

Sabato, appena è stata divulgata la notizia della liberazione, qual è stata la sua prima reazione? "Il mio cuore scoppiava di gioia. Poi sono stato subissato di telefonate e messaggi da parte di familiari, amici e giornalisti. Impossibile rispondere a tutti, anzi mi scuso se non sono riuscito a dare retta a molti. Ma a un certo punto ho dovuto pensare a me stesso e a come organizzare la partenza per Roma. Oggi (ieri per chi legge, ndr) è stata una giornata intensa. Felice ma lunghissima".