Lunedì 29 Aprile 2024

Perù Chiuso Machu Picchu Turisti bloccati nel caos

Continuano le rivolte: 55 morti. Poi la Farnesina: gli italiani stanno rientrando

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LIMA

Una visita alla cittadella inca di Machu Picchu, in un Perù in preda al caos, si è trasformata in un’imprevista emergenza per un gruppo di turisti italiani, rimasti bloccati nello storico sito dalla sospensione dei collegamenti ferroviari verso Cusco. Un gruppo di manifestanti, infatti, come già aveva fatto settimane fa, ha divelto i binari in più punti del percorso ferroviario costringendo la società Ferrocarril Transandino a bloccare i treni per intraprendere le necessarie riparazioni. Fra i connazionali che sono assistiti dalle autorità italiane, a quanto risulta, vi sarebbero anche dei cuochi, iscrittisi ad un tour culinario di otto località peruviane, di cui Machu Picchu era l’ultima tappa. Nel complesso i turisti bloccati nella cittadella, che le autorità peruviane hanno deciso addirittura di chiudere, sono 430, di cui 300 stranieri. Gli italiani sarebbero alcune decine. I lavori di riparazione di una parte binari dovrebbero terminare presto. Ciò permetterebbe un rientro a Cusco con un primo tratto in treno, un secondo a piedi, e quindi l’ultimo in autobus. Non è la prima volta che la mobilitazione antigovernativa, cominciata il 7 dicembre, coinvolge italiani in visita nel Paese andino. Il 14 dicembre ne erano erano stati segnalati 50 in difficoltà in varie località, fra cui quattro ragazze. Dopo aver trascorso circa 36 ore a bordo di un autobus, le giovani erano state trasferite in un ostello e poi all’aeroporto di Cusco per il rientro in Italia. Intanto per le tensioni a Lima e in varie regioni del centro-sud è ancora muro contro muro.

La chiesa cattolica ha lanciato un appello al dialogo caduto nel vuoto, mentre continuano gli scontri fra dimostranti e forze di sicurezza, che hanno un bilancio di 55 morti, oltre 1.200 feriti, e gravi danni materiali. Focolai di protesta sono attivi in almeno 12 delle 24 regioni del Perù, con particolare intensità a Puno, Cusco, Arequipa e Lima. Negli ultimi giorni, oltre ad aver imposto quasi 100 blocchi stradali su tutto il territorio nazionale, i manifestanti hanno occupato vari centri minerari e cercato, senza successo, di occupare gli aeroporti di Cusco, Arequipa e Juliaca. Dal 19 gennaio la protesta si è trasferita nella capitale. Ieri sera la Farnesina ha fatto sapere che gli italiani sono riusciti a ripartire per Cuzco e che rientreranno in Italia presto.