Sabato 27 Luglio 2024

Da Mastandrea a Riondino, Germano e Marcorè: Artisti 7607 cita Netflix in tribunale per i compensi nel cinema

Gli attori e registi si rivolgono al giudice: “Chiediamo il rispetto della legge e reclamiamo trasparenza”

Neri Marcorè ed Elio Germano

Neri Marcorè ed Elio Germano

Roma, 9 aprile 2024 – Neri Marcorè, Michele Riondino, Elio Germano e gli altri esponenti della cooperativa Artisti 7607, società che tutela e gestisce i diritti connessi di attori e doppiatori in Italia e nel mondo "ha citato in giudizio Netflix presso il tribunale civile di Roma per ottenere il compenso adeguato e proporzionato spettante per legge ai propri artisti mandanti. Dopo oltre otto anni di sterili trattative per ottenere i dati necessari alla determinazione del compenso per gli artisti previsto dalla normativa europea e nazionale, Artisti 7607 si vede costretta a ricorrere al giudice ordinario per chiedere il rispetto della legge".

A renderlo noto è la stessa Artisti 7607. "Artisti 7607 fa una scelta doverosa per difendere la dignità professionale non solo dei nostri artisti ma di tutta la categoria. Non vogliamo subire atteggiamenti ostruzionistici e accettare compensi irrisori da parte delle piattaforme streaming, per le stesse ragioni che hanno motivato il recente sciopero degli attori e sceneggiatori americani - sottolinea l'attore Neri Marcorè -. Tutti reclamiamo trasparenza dei dati di sfruttamento delle opere audiovisive e adeguatezza dei compensi". "Proprio le piattaforme che trattano e sfruttano dati si rifiutano, grazie al loro strapotere economico e contrattuale, di fornirci i dati previsti dalla normativa e di corrispondere conseguentemente i compensi agli artisti. E parliamo di multinazionali i cui ricavi vengono esclusivamente dallo sfruttamento di opere audiovisive" gli fa eco il collega Elio Germano.

"Questi compensi di fatto costituiscono il salario differito di una professione per sua natura saltuaria e precaria. I diritti connessi al diritto d'autore non sono altro che un credito da lavoro. È molto grave e pericolosa questa spinta a svalutare le prestazioni artistiche degli interpreti" aggiunge l'attrice e regista Carmen Giardina.

"Ci assumiamo questa responsabilità – afferma Valerio Mastandrea - perché le scelte che vengono fatte oggi riguardano tutti e avranno ripercussioni sul presente e sul futuro di tanti artisti e di tante generazioni. Anche quelle che verranno dopo di noi, quindi a brevissimo”.

"In questo modo Artisti 7607, per tutelare gli interessi degli artisti, è costretta a ritardare tempi di incasso e di distribuzione sia dell'equo compenso sia della copia privata, a scapito anche delle iniziative a sostegno della categoria. Da tempo fronteggiamo prassi di mercato al ribasso ma, tenendo posizioni ferme nell'interesse di tutti, siamo riusciti ad ottenere la giusta remunerazione. Molti artisti capiscono ciò che stiamo facendo e continuano a sceglierci" prosegue la presidente Cinzia Mascoli.

In campo anche un altro volto noto del cinema italiano, ovvero Michele Riondino: "La direttiva Copyright ha chiarito che le remunerazioni degli artisti devono essere adeguate e proporzionate ai ricavi. Invece ci troviamo davanti a un sistema in cui le piattaforme, senza fornire tutte le informazioni previste dalla legge, chiudono accordi al ribasso e poi cercano di imporre le stesse cifre a tutto il mercato, così da tenere i livelli dei compensi degli artisti sempre molto bassi".